Progetto Aibi per piccoli siriani traumatizzati. L’associazione “Amici dei bambini al nord della Siria”, che da anni opera nelle zone di guerra in Siria, ha deciso che era ora di raggiungerli con un progetto speciale. Quei bambini sopravvissuti per miracolo alle bombe, che spesso hanno perso mamma o papà o fratelli, e non possono giocare all’aperto né andare ogni giorno a scuola.
Ci siamo accorti, grazie anche alle segnalazioni dell’Ong siriana Shafak, con la quale collaboriamo, che tanti piccoli davano segno di essere traumatizzati ed avevano bisogno di progetti speciali indirizzati a loro”, spiega Ci siamo accorti, grazie anche alle segnalazioni dell’Ong siriana Shafak, con la quale collaboriamo, che tanti piccoli davano segno di essere traumatizzati ed avevano bisogno di progetti speciali indirizzati a loro”, spiega Luigi Mariani, 34 anni, che da un anno e mezzo lavora nel martoriato paese mediorientale.
I fondi dall’Onu. Nasce così un programma, che partirà a novembre, della durata di 9 mesi, finanziato dall’Onu, che cercherà di raggiungere 3.140 bambini attraverso la formazione di 100 operatori che già adesso lavorano con questi piccoli.
Prepareremo una task force con 4 specialisti, sicuramente siriani, e, quindi, in grado di arrivare anche in zone difficili da raggiungere guidati da un esperto con competenze psicologiche e sociali”, dice ancora Luigi Mariani.
Il progetto è diretto a 16 strutture, nella zona di Aleppo e Idlib, due delle quali si trovano nelle “hard to reach areas”, zone dove è molto difficile arrivare. I 100 operatori useranno laboratori, gioco, parola, disegni e altre strategie per aiutare i bambini a fare i conti con i traumi subiti.