Anche la morte di Stato, evidentemente, deve avere una sua dignità. Così, quei minuti di interminabile agonia «assicurati» da un potente barbiturico devono essere sembrati troppi pure a giudici spesso apparsi assuefatti al lavoro del boia. Aveva consumato il suo ultimo pasto, Warren Hill, 52enne afroamericano. Dopo 21 anni nel braccio della morte il suo momento sembrava arrivato. Chissà cos’ha pensato, lui ritardato mentale, degli omicidi commessi. Poi, appena in tempo, è arrivato l’ordine dei giudici della Corte suprema della Georgia: fermate tutto.Almeno due giudici hanno in passato riconosciuto l’infermità mentale di Hill, che ha un quoziente intellettivo ben al di sotto della norma. Lo slittamento dell’ultimo minuto (che impedirà l’esecuzione almeno fino al prossimo aprile) non è però dovuto alle condizioni mentali del detenuto. La Corte vuole esaminare la legalità della sostanza che le autorità penitenziarie intendevano somministrargli per metterlo a morte. A causa delle insufficienti forniture dei tre composti chimici usati finora per le esecuzioni in molti Stati americani, la Georgia vuole introdurre nell’iniezione letale una sola sostanza, un potente sedativo chiamato pento barbiturico.La nuova formulazione è già stata utilizzata la settimana scorsa in Texas per uccidere Yokamon Hearn, un 34enne, pure con comprovati problemi mentali, il cui caso aveva suscitato proteste a livello mondiale. Ma molti gruppi per i diritti umani hanno presentato testimonianze mediche che dimostrano come la nuova formulazione rallenti la morte e la renda più dolorosa.Per il suo ultimo pasto Hill non aveva fatto richieste particolari ed era stato portato nella cella adiacente la camera della morte. Gli avvocati del condannato sperano ora che i mesi che la Corte suprema statale userà per esaminare la legalità del metodo di esecuzione porteranno a una revisione del suo caso. Oltre alle Nazioni Unite e a molti Paesi del mondo, hanno chiesto la conversione della pena di morte di Hill in ergastolo anche l’ex presidente americano Jimmy Carter e la stessa famiglia della vittima, un compagno di cella che Hill uccise nel 1990. All’epoca l’uomo era in carcere perché stava scontando una pena all’ergastolo per l’uccisione della sua fidanzata, avvenuta cinque anni prima. Nel 2002 la Corte suprema degli Stati Uniti ha proibito la pena capitale per i ritardati mentali (clinicamente, chiunque abbia un quoziente inferiore a 70), definendola una «punizione crudele e inusuale» e per questo contraria alla Costituzione Usa. Ma la stessa Corte ha lasciato ai singoli Stati la discrezione di decidere chi rientri in questa categoria. La difficoltà dei legali di Hill a ottenere una commutazione della pena deriva dal fatto che la Georgia è l’unico Stato americano che richiede che l’insanità mentale venga dimostrata al di là di ogni ragionevole dubbio. Negli altri Stati in cui vige la pena capitale è sufficiente provare l’esistenza di «elementi preponderanti» per stabilire che un condannato sia affetto da infermità mentale.