Dopo tre settimane di sciopero a oltranza i 33mila alunni delle 47 scuole cristiane in Israele hanno riaperto questa mattina le loro aule. L’ufficio delle scuole cristiane e il ministero dell’Istruzione israeliano hanno trovato un accordo che prevede l‘attribuzione alle scuole cristiane di un primo contributo di 50 milioni di shekel - pari a quasi 11 milioni e 350mila euro - per il primo trimestre dell‘anno scolastico 2015-2016.
Poi, scrive l'agenzia di stampa Sir, verrà creato un nuovo organismo negoziale, incaricato di affrontare e risolvere tutte le questioni in sospeso nate con la drastica riduzione dei fondi statali alle scuole cristiane, motivo principale dello sciopero. Da sottolineare che, in base all’accordo, tutti i tagli del budget in vigore dal 2013 saranno annullati. Ora gli alunni dovranno impegnarsi per recuperare i giorni di scuola persi per la protesta.
“Siamo soddisfatti - è il commento di monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo, vicario patriarcale di Gerusalemme - l‘accordo conferma il ruolo di ponte dei cristiani nella società. È stato possibile siglarlo grazie all’unità, alla collaborazione e alla solidarietà che si è venuta a creare a tutti i livelli. Famiglie, sindaci, sindacati, società civile, arabi ed ebrei, cristiani e musulmani, tutti si sono adoperati per questo obiettivo. Questo - conclude - è l’elemento di maggiore soddisfazione, perché conferma il ruolo di ponte dei cristiani nella società, perché è fonte di unità e vicinanza”.