Nel covo del
Daesh a
Sirte liberata
uomini dei servizi segreti libici avrebbero trovato nomi e piani
d'attacco di militanti jihadisti attivi nel Milanese, tra cui
quello di Abu Nasim, che viveva in Lombardia, considerato vicino
ai rapitori dei tecnici della Bonatti sequestrati lo scorso anno
vicino
Tripoli. I
libici si sarebbero detti pronti a consegnare i nomi alle forze
dell'ordine italiane.
Stando a quanto riportato dal
Corriere della Sera «decine, se non centinaia di militanti» dello
Stato Islamico sarebbero partiti dalla
Libia alla volta dell'Europa, prima tappa Italia, in modo legale, ma soprattutto
infiltrati tra le masse di disperati a bordo dei barconi del traffico illegale di migranti. A
Sirte i servizi segreti libici
avrebbero trovato appunti, taccuini scritti a mano, fogli volanti, che ora si sta cercando di decifrare e mettere insieme, e che
potrebbero contenere la prova che le minacce del
Daesh "approdare a Roma" non siano solo propaganda.
Sui muri dell'ormai ex roccaforte dei jihadisti dello Stato islamico restano le inquietanti scritte del passato: «Questo è il porto marittimo dello Stato islamico, il punto di partenza verso Roma... con il permesso di dio». Un messaggio impresso in nero a caratteri cubitali su un muro per intimidire ed invogliare a nuove azioni terroristiche. Le testimonianze della battaglia sono immortalate nelle foto dei soldati di
Tripoli e
Misurata. Ritraggono palazzi distrutti, alcuni pick-up, tank e soldati che marciano equipaggiati con fucili ed in tuta mimetica o mentre festeggiano le aree riconquistate, come la zona del centro Ouagadougou, l'ex
quartier generale del
Daesh, ormai distrutto.