sabato 13 agosto 2016
A Sirte i servizi segreti libici avrebbero trovato appunti che stanno cercando di decifrare e potrebbero contenere la prova che le minacce del Daesh di "approdare a Roma" non siano solo propaganda.
Sui muri di Sirte minacce all'Italia
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Nel covo del Daesh a Sirte liberata uomini dei servizi segreti libici avrebbero trovato nomi e piani d'attacco di militanti jihadisti attivi nel Milanese, tra cui quello di Abu Nasim, che viveva in Lombardia, considerato vicino ai rapitori dei tecnici della Bonatti sequestrati lo scorso anno vicino Tripoli. I libici si sarebbero detti pronti a consegnare i nomi alle forze dell'ordine italiane. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera «decine, se non centinaia di militanti» dello Stato Islamico sarebbero partiti dalla Libia alla volta dell'Europa, prima tappa Italia, in modo legale, ma soprattutto infiltrati tra le masse di disperati a bordo dei barconi del traffico illegale di migranti. A Sirte i servizi segreti libici avrebbero trovato appunti, taccuini scritti a mano, fogli volanti, che ora si sta cercando di decifrare e mettere insieme, e che potrebbero contenere la prova che le minacce del Daesh "approdare a Roma" non siano solo propaganda. Sui muri dell'ormai ex roccaforte dei jihadisti dello Stato islamico restano le inquietanti scritte del passato: «Questo è il porto marittimo dello Stato islamico, il punto di partenza verso Roma... con il permesso di dio». Un messaggio impresso in nero a caratteri cubitali su un muro per intimidire ed invogliare a nuove azioni terroristiche. Le testimonianze della battaglia sono immortalate nelle foto dei soldati di Tripoli e Misurata. Ritraggono palazzi distrutti, alcuni pick-up, tank e soldati che marciano equipaggiati con fucili ed in tuta mimetica o mentre festeggiano le aree riconquistate, come la zona del centro Ouagadougou, l'ex quartier generale del Daesh, ormai distrutto.
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