Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si è nuovamente riunito nella serata di ieri per discutere sulla situazione in Ucraina. La riunione, tenutasi a porte chiuse, è stata chiesta da Kiev. Secondo fonti diplomatiche interne al Palazzo di Vetro, la settimana sarà «molto tesa» in previsione del referendum di domenica in Crimea sulla possibile annessione alla Russia. Ieri il ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov, ha ribadito che le proposte Usa «non soddisfano» Mosca perché citano un presunto conflitto tra Mosca e Kiev. Lavrov ha anche detto di aver preparato delle proprie proposte «per riportare la situazione in Crimea nel quadro del diritto internazionale». Il segretario di Stato Usa John Kerry ha rinviato la sua visita in Russia che era prevista per ieri. L’Unione Europea, da parte sua, si è detta ancora preoccupata. «Sembrano esserci segni di un rafforzamento militare russo in Crimea e un crescente isolamento della penisola nei confronti del resto del mondo», ha sottolineato Maja Kocijancic, portavoce del capo della diplomazia Ue Catherine Ashton. La Nato, intanto, ha deciso di far alzare in volo i suoi aerei radar sui cieli di Polonia e Romania per «monitorare la crisi in Ucraina»: i voli di ricognizione degli Awacs saranno «esclusivamente» sul territorio dell’Alleanza Atlantica. Il premier ucraino ad interim, Arseni Iatseniuk, ha lanciato un appello alla Russia perché faccia in modo che il referendum sulla secessione della Crimea «venga immediatamente annullato ». «Non è vero che è stato convocato dalle autorità legittime della Crimea, perché quelle non lo sono – ha avvertito Iatseniuk – sono una banda di criminali che hanno preso il potere in modo incostituzionale e con la protezione di 18mila militari russi». Gli Usa, con l’ambasciatore a Kiev, Geoffrey Piatt, hanno ribadito che non riconosceranno l’annessione della Crimea alla Russia. Il diplomatico ha raccontato che Barack Obama e Kerry hanno trascorso il weekend al telefono con i leader europei, e – pur aprendo alla possibilità di una maggiore autonomia della Crimea, a patto che non sia imposta «con una pistola alla tempia» – ha preannunciato l’eventualità di nuove sanzioni all’indomani del referendum. Anche l’Italia resta contraria al referendum, che «innescherebbe dinamiche che chiuderebbero ogni spiraglio possibile di dialogo». Del resto domenica, anche il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha detto a Vladimir Putin che il referendum è illegale e incostituzionale. Secondo un sondaggio di Focus-Grupp, l’80% dei crimeani sarebbe favorevole a un’annessione alla Russia. Le autorità locali hanno peraltro deciso che la lingua ufficiale a Sebastopoli d’ora in poi sarà il russo. Domani Iatseniuk sarà alla Casa Bianca, mentre giovedì spiegherà la situazione davanti al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Mosca, intanto, rafforza la sua presa sulla penisola: domenica attivisti filorussi hanno fatto irruzione in un ospedale militare di Sinferopoli. Ieri, invece, soldati filorussi armati a volto coperto hanno fatto irruzione in una base militare ucraina nei pressi di Bahk Cisarai, un villaggio tataro a pochi chilometri da Sinferopoli. Ai militari ucraini della base è stato chiesto di «aderire alla Crimea indipendente».