L'Italia deve "uscire dalla cultura della subalternità" in Europa. Non si può e non si deve stare zitti di fronte ad una Ue a guida tedesca, che usa pesi e misure diverse. Nel secondo giorno del vertice, Matteo Renzi affronta di petto Angela Merkel. "Non potete raccontarci chestate donando il sangue all'Europa, cara Angela", è il passaggio cruciale del "vivace scambio" tra il premier e la cancelliera, durante il quale sono emerse le divisioni profonde tra Roma e Berlino dal
Nord Stream alle banche, dai migranti alla Russia. "Non è la prima volta che abbiamo opinioni diverse, ma alla fine troviamo un accordo", cerca di smorzare i toni Frau Merkel. Tuttavia, resta quella frase sprezzante, pronunciata da Renzi, dopo che la leader tedesca aveva ribadito gli sforzi dell'economia tedesca a favore della Ue. Che per Renzi non sono disinteressati.Sin dal primo momento l'ultimo summit dell'annus horribilis della Ue è stato segnato dalla forte iniziativa del premier, determinato a fare di questa riunione un Consiglio "combattuto", di discussione "aperta, vera". Una cosa "mai vista prima", come sintetizza lo stesso Renzi lasciando Bruxelles. Già ieri, ai colleghi del Pse, Renzi aveva detto no a un'Europa a guida tedesca, che pensa solo all'austerità, trascurando la crescita e l'occupazione. Oggi, è andato avanti. Nella sua spinta per una Europa più sociale, più attenta alle esigenze dei cittadini, Renzi ha trascinato anche altri leader come il francese Hollande ma anche il portoghese Costa, il greco Tsipras e il bulgaro Borissov. Un impulso forte, molto politico, che sembra cominci a dare i primi frutti.Al momento del dibattito sull'
Unione energetica Renzi ha messo sul tavolo il controverso raddoppio del gasdotto Nord Stream - joint venture di Gazprom con tedeschi e olandesi - che "si sta facendo passare alla chetichella" dopo che la Commissione ha bocciato il South Stream perché violava le regole del terzo pacchetto sull'energia, che impongono di diversificare le fonti e ridurre la dipendenza dal gas russo. Con l'Italia, non solo i paesi dell'est tradizionalmente anti-russi ma anche Bulgaria, Romania e Grecia. "Per la prima volta - dice Renzi,anche in inglese ai cronisti stranieri - Germania e Olanda non si sono trovati in maggioranza. Ora la palla è nelle mani della Commissione". E sul
completamento dell'Unione bancaria Renzi ha chiesto a Merkel perché la Germania non voglia lo schema di assicurazione dei depositi, stoppato a ripetizione da Schaeuble. Sul tema delle banche, pochi minuti dopo la bocciatura della mozione di sfiducia a Maria Elena Boschi, il premier è stato durissimo anche col Commissario Jonathan Hill. "Lunari le sue parole quando dice che è stata l'Italia a decidere. Abbiamo una sua lettera e abbiamo fatto ciò che ci ha detto la Commissione". Nel mirino, sostanzialmente, il doppio standard delle istituzioni europee. Che emerge anche nel
rapporto con la Russia. Da una parte ("con dubbio gusto") si cerca di rinnovare in automatico le sanzioni, dall'altra si chiede il sostegno di Mosca in Siria e Libia e dall'altra ancora si riconferma la dipendenza da Gazprom per il gas che dovrebbe passare nel
Nord Stream 2, peraltro quando il primo non è neppure ancora arrivato alla piena capacità.Le parole di Renzi lasciano il segno, soprattutto nel palazzo della Commissione europea. Dove si cerca di ridimensionarne l'impatto. "È giovane, impetuoso, col sangue che ribolle" minimizza una fonte di alto livello ricordando che "non è la prima volta che fa i suoi show contro la Commissione" e sostenendo che "nessuno reagisce" perché "fa parte del gioco". Dall'altra parte della strada, ai piani alti del Consiglio, invece si osserva che "gli interventi di Renzi sono stati molto utili", in tutti i campi. A cominciare da quello energetico perché Nord Stream "è chiaramente contro l'interesse strategico della Ue" e "certamente Angela Merkel non ne è il promotore".