Continuano le manifestazioni di massa a Tel Aviv contro il governo Netanyahu - ANSA
«Carmel è morta. La mia battaglia personale è finita, ma non quella nazionale. A confermarlo sono le 700.000 persone che domenica sono scese in piazza». Gil Dickmann è il cugino di Carmel Gat, una dei sei ostaggi brutalmente assassinati da Hamas la scorsa settimana. Ha parlato oggi a un incontro con i giornalisti stranieri a nome delle Famiglie degli ostaggi, sottolineando l’intenzione di tutti di continuare a lottare per i loro cari.
Carmel aveva 40 anni. Con lei sono stati uccisi Eden Yerushalmi (24), Almog Sarusi (27), Alex Lobanov (33), Ori Danino (25), Hersh Goldberg-Polin (23). Ogni giorno che passa rischiano di morirne altri – sono 101 gli israeliani nelle mani del gruppo terrorista, 35 dei quali dichiarati morti –, perché questo ultimo, terribile, episodio, ha mostrato come il gruppo Hamas sia pronto a tutto pur di ottenere un cessate il fuoco incondizionato.
Gli israeliani non sono più disposti ad aspettare le condizioni poste dal premier Benjamin (Bibi) Netanyahu. E il Paese sembra arrivato a un punto di non ritorno. Domenica, dopo l’annuncio del ritrovamento dei corpi da parte dell’esercito, a Tel Aviv c’è stata una delle più grandi dimostrazioni dal 7 ottobre. E oggi si è svolto il primo sciopero nazionale da allora, proclamato dall’Histradrut, il potente sindacato dei lavoratori.
Se il governo non è disposto a compromessi, l’unico modo per fare pressione sul premier è bloccare il Paese. Scuole, uffici e mezzi pubblici, incluso l’aeroporto, hanno dato un segnale chiaro: «Non è solo uno sciopero – ha sottolineato il Forum delle famiglie dei rapiti –: è un modo per salvare 101 persone che sono state abbandonati da Netanyahu». Un modo che può rivelarsi particolarmente efficace, come ha spiegato Ron Ben Ishai, firma del giornale Yedioth Ahronoth e grande esperto di strategia militare: «Netanyahu continua a rifiutarsi di cambiare rotta, nonostante il Paese sia ai limiti delle possibilità, con 300.000 riservisti al fronte da quasi un anno. L’unica arma rimasta è la guerriglia economica. Anche perché gli oppositori dell’attuale coalizione hanno un enorme potere contrattuale, essendo il settore più numeroso della popolazione che lavora, produce e serve nell’esercito».
Per tutta risposta, Netanyahu, evidentemente colpito su un nervo scoperto, ha reagito in modo pesante e scomposto, accusando l’Histradrut di aver inscenato una «vergognosa dimostrazione a sostegno di Hamas» e scatenando il governo contro lo sciopero e chi vi ha partecipato. Il tribunale del lavoro ha ordinato la fine anticipata della contestazione entro le 14.30, tre ore e mezza prima di quanto previsto dal sindacato. Mentre il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich – leader dell’ultradestra al governo e rappresentante dei coloni – ha annunciato che i lavoratori che hanno aderito allo sciopero non saranno pagati. Secondo molti, adesso Netanyahu approfitterà di quanto accaduto per stringere ancora di più la morsa su Gaza.
Hamas ha reagito da par suo, accusando prima Israele per l’uccisione degli ostaggi – «Non hanno voluto portare avanti una tregua» – e aggiungendoci poi l’orrore di un video in cui i sei ostaggi vengono mostrati prima della loro esecuzione. «Ecco le loro ultime dichiarazioni» si legge nel filmato, che in Israele la maggior parte dei media hanno scelto di non pubblicare per rispetto delle famiglie, ma che ha preso a circolare in tutto il mondo come ulteriore prova (se ancora ce ne fosse bisogno) della crudeltà di Hamas.
Ieri tutta Israele si è fermata a piangere i giovani uccisi, Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali. Il presidente Isaac Herzog era presente a quello di Hersh Goldberg-Polin. «Hersh, ti chiedo perdono a nome dello Stato di Israele per non essere riusciti a riportarti in patria sano e salvo», ha detto. «Ora abbiamo un compito urgente. I responsabili delle decisioni devono fare tutto il possibile, con determinazione e coraggio, per salvare tutti coloro che possono ancora essere salvati».
I sei ostaggi uccisi da Hamas nei tunnel di Gaza - ANSA