Non lasciare soli i Paesi esposti ai flussi di immigrati, i flussi che arrivano dal Nord Africa sono una questione europea. A due giorni dal vertice straordinario dei ministri dell’Interno, domani a Bruxelles, José Manuel Barroso spezza una lancia per Stati in prima linea come Italia e Malta. «La libera circolazione - avverte il presidente della Commissione intervenendo all’assemblea plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo - è come le fondamenta di un edificio, se viene meno è tutto l’edificio a rischio».«Gli immigranti - ragiona il portoghese - non è che sognino di andarsene a vivere a Malta o a Lampedusa. Vogliono venire in Europa. L’immigrazione è una sfida europea e ha bisogno di una risposta europea». Dunque, aggiunge, «non si possono lasciare soli gli Stati più esposti, la questione del controllo delle frontiere deve esser condivisa in modo equo». Per Barroso «solidarietà e responsabilità sono parole chiave». Sono i principi ispiratori della comunicazione della Commissione che domani discutono i ministri dell’Interno. «Se non rinforziamo i meccanismi esistenti, gli Stati membri continueranno ad agire da soli (con il ripristino dei controlli, Ndr) - è il monito di Barroso - anzi saranno spronati ad agire autonomamente. Così facendo daremo argomentazione e andremo a soffiare sul fuoco delle spinte populiste, estremiste e qualche volta xenofobe che vogliono mettere in discussione la grande conquista comunitaria in questo campo».L’invito alla solidarietà però non è che faccia troppa breccia. Anzi, proprio il giorno del discorso di Barroso, il ministro dell’Interno tedesco Hans Peter Friedrich, intervistato da
Le Figaro, spara ad alzo zero contro l’Italia. «L’Italia - afferma - non ha alcun motivo di lamentarsi per l’assenza di solidarietà europea», visto che «appena 25 mila immigrati sono giunti in Italia dall’inizio delle rivolte democratiche» in Nord Africa. Per Friedrich «un grande Paese come l’Italia può accogliere senza grandi difficoltà i circa 10.000 o 12.000 rifugiati che hanno scelto di rimanere sul suo territorio».Parole in pieno contrasto con quelle del ministro dell’Interno Roberto Maroni, a Parigi per una riunione nel quadro del G8. «Siamo stati lasciati soli ad affrontare l’emergenza immigrazione - ha detto - l’Europa non dà risposte e non è bello vedere gli altri Paesi dell’Unione che stanno a guardare. Io credo che ci sia un difetto di analisi su quello che sta avvenendo: l’Onu ha detto che ci sono 750mila profughi potenziali in Libia. Secondo me sono il doppio e mi chiedo perché l’Europa non si muove per garantire sostegno e creare rapporti con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo in modo da favorire condizioni di stabilità per il futuro». Alla riunione di giovedì a Bruxelles, ha concluso, «tornerò a sollecitare risposte».Intanto un nuovo allarme arriva dalla Nato che torna a respingere qualsiasi responsabilità sul barcone di eritrei lasciata alla deriva per quasi due settimane. Secondo l’Alleanza, le truppe di Gheddafi stanno costringendo immigrati libici a imbarcarsi su barconi che poi affondano poco dopo. «Se queste notizie saranno confermate - ha detto Carmen Romero, una portavoce dell’Alleanza - sarebbe un’altra prova del disprezzo per la vita umana del regime di Gheddafi».