Duro atto d’accusa del ministro degli Esteri, Franco Frattini nei confronti dell’Unione europea, che in serata di fronte ai ripetuti appunti della Farnesina sollecita gli altri 26 Paesi membri ad aumentare gli sforzi per aiutare l’Italia a far fronte al massiccio afflusso degli immigrati. Parte Frattini, denunciando dagli schermi di Sky tg24 che «l’Europa è inerte» perché non bastano i soldi stanziati dalla Ue per far fronte all’emergenza degli sbarchi a Lampedusa bensì è necessario «un intervento politico», per affrontare la questione con «solidarietà». Il capo della nostra diplomazia specifica: «Servono interventi politici non soldi, la Ue parli ai francesi che stanno mettendo un muro a Ventimiglia quando è noto che l’80% degli immigrati tunisini che arrivano a Lampedusa parlano francese e che quindi hanno magari parenti in Francia». L’intenzione della Farnesina, ovviamente, non è quella di portare tutti oltralpe, ma dice il ministro: «Creiamo una programmazione europea che permetta di affrontare questa questione in tema di solidarietà tra Paesi. Questo spetta all’Europa ». Non si tratta, insiste, di continuare a promettere l’erogazione dei limitatissimi fondi messi a disposizione dai 27, «bensì di prendere una iniziativa prevista da una legge europea che ha stabilito con chiarezza che quando ci sono afflussi improvvisi di sfollati verso uno o più Paesi, la Ue deve adottare un piano straordinario che includa la distribuzione tra i Paesi membri degli sfollati per un periodo temporaneo necessario per attuare poi il rimpatrio di coloro che non sono rifugiati, come in questo caso i tunisini, ma sono semplicemente immigrati economici». E descrive lo spettacolo degli immigrati respinti a Ventimiglia come «uno degli aspetti gravi di mancanza di solidarietà da parte francese e di mancanza totale dell’Europa, non spetta all’Italia aprire un contenzioso con la Francia». Ma Bruxelles in prima battuta si defila. «Quanto abbiamo visto finora è che le persone arrivate in Italia dalla Tunisia sono emigrate per motivi economici. Se ne stanno occupando le autorità italiane: la responsabilità è loro», replica Matthiew Newman, portavoce della commissione, riferendo che la commissaria agli Affari Interni, Cecilia Malmstrom, è in Tunisia e domani riferirà sulla sua missione. Ma alla fine è proprio la commissaria a rispondere. «Siamo pronti a esaminare richieste specifiche» d’aiuto dell’Italia, assicura dalla Tunisia, sottolineando: «Siamo in contatto giornaliero con il ministro dell’interno Roberto Maroni e le autorità italiane e stiamo cercando di aiutarli a organizzare i rimpatri in maniera ordinata». I migranti, ammette la Malmstrom, vanno a Lampedusa perché è l’isola più vicina, ma non c’è dubbio che nei sommovimenti in corso in alcuni Paesi nordafricani rappresentano «una sfida per tutta l’Unione». Ma l’iniziativa di Bruxelles sembra limitarsi alla moral suasion. «Gli Stati Ue vogliono mostrare solidarietà, e allora devono trasformare questa solidarietà in realtà», argomenta la esponente dell'esecutivo' comunitario, subito aggiungendo che «la commissione europea può solo incoraggiarli. Non può obbligare gli Stati a prendersi le persone». Quanto all’Italia avrebbe «ricevuto un sacco di soldi dalla Ue», che però sarebbe pronta, «se c’è bisogno, a versarne altri».