martedì 9 novembre 2010
Secondo il Fronte indipendentista Polisario un blitz lunedì ha causato 11 morti e oltre 700 feriti. Per le autorità marocchine sarebbe deceduto un solo civili. Richiesta all'Onu una missione per proteggere la popolazione. La protesta della Ashton e di Frattini.
- Reportage: nel "Campo della dignità" di Gilberto Mastromatteo
COMMENTA E CONDIVIDI
Cresce la tensione nei territori del Sahara Occidentale dopo lo sgombero, lunedì, di un accampamento di rifugiati saharawi alle porte di Laayoune effettuato dalle forze dell’ordine marocchine. Secondo il Fronte Polisario, movimento che dal 1975 si batte per l’indipendenza da Rabat, il blitz ha causato almeno 11 morti e oltre 700 feriti, mentre 160 sarebbero i fermati. Ma le autorità marocchine continuano a negare l’uccisione di civili sostenendo che a Laayoune c’è stato, oltre a due poliziotti, un solo civile morto. Ieri a Laayoune la polizia locale temeva che i manifestanti sgomberati potessero provocare disordini: numerosi gli agenti dispiegati per evitare che gruppi di manifestanti dessero vita a blocchi stradali.Da New York, dove si sono aperti gli ennesimi negoziati per sbloccare la questione dell’ex colonia spagnola occupata da Rabat nel 1975, i rappresentanti del Fronte Polisario, avvertono che la situazione nella città occupata è critica. «Le forze dell’ordine marocchine hanno usato proiettili veri, lacrimogeni, manganelli, pietre e cannoni ad acqua contro civili pacifici e inermi», si legge in una nota. Secondo il Polisario, la polizia marocchina ha anche «saccheggiato centinaia di abitazioni e negozi, e distrutto auto appartenenti a cittadini saharawi».Il leader del Polisario, Mohamed Abdelaziz, ha chiesto al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, l’invio di una missione Onu per proteggere i civili saharawi che vivono nei territori sotto il controllo del Marocco. Il Polisario, appoggiato da Algeri, reclama da anni l’organizzazione di un referendum per l’autodeterminazione saharawi mentre il Marocco propone un’autonomia della regione ma sotto la sua sovranità.L’Ue, attraverso l’alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton, ha deplorato gli incidenti di Laayoune ed espresso «grande preoccupazione per l’ondata di violenza». Preoccupazione fatta propria anche dal ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, mentre la onlus Modavi ha denunciato il «silenzio assordante della maggioranza della comunità internazionale» su quanto accaduto.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: