Progressi nella battaglia contro il fuoco alle porte di Mosca. Le aree colpite dagli incendi si sono ridotte del 25 per cento. Il ministero per le Emergenze ha riferito che nelle ultime 24 ore la superficie interessata dai roghi si è ristretta di 10mila ettari. I roghi attivi in tutto il Paese sono ancora più di 500. Per il secondo giorno consecuti gli abitanti della capitale potranno respirare un'aria libera dal fumo, anche se gli esperti hanno avvertito che la situazione potrebbe peggiorare nel week end in caso di cambiamenti del vento. Il servizio meteorologico ha ribadito oggi che gli incendi non hanno causato un aumento delle radiazioni nelle zone contaminate dalla catastrofe di Chernobyl del 1986. Intanto l'opposizione russa è scesa in piazza nel tardo pomeriggio di ieri per chiedere le dimissioni del sindaco di Mosca Iuri Luzhkov, ma anche quelle del governo guidato dal premier Vladimir Putin, accusati di non aver saputo affrontare adeguatamente l'emergenza caldo e incendi che sta affliggendo da tempo la Russia europea. Lo ha annunciato l'organizzazione Solidarnost, che insieme con altri movimenti di opposizione ha promosso una protesta davanti al municipio della capitale, a poche centinaia di metri dal Cremlino.L'iniziativa è stata vietata dal Comune con il pretesto che nella piazza di fronte al municipio c'è un monumento storico, quello a Iuri Dolgoruki, il leggendario principe fondatore di Mosca. «Un pretesto da aneddoto», ha commentato Lev Ponomariov, leader del Movimento per i diritti umani.Solidarnost punta il dito contro Putin, ricordando anche la sua controversa riforma del codice forestale nel 2007 che ha cancellato la guardia forestale e il sistema centralizzato di controllo anti-incendio delle foreste. Putin è già stato contestato, anche in modo aggressivo, in alcuni incontri avuti con le popolazione colpite dai roghi. L'opposizione, finora censurata dai media, in particolare dalle tv di Stato, chiede inoltre il ritorno all'elezione dei governatori, nominati direttamente dal Cremlino e quindi, sostiene, sottratti al principio della responsabilità di fronte alla popolazione.