(La targa rubata, Ap) Un atto vergognoso che ha subito richiamato
alla memoria il precedente di cinque anni fa ad Auschwitz, dove
fu rubata la stessa macabra targa.
In Polonia l'insegna del campo di concentramento era stata ritrovata tre giorni dopo il furto, spezzata in tre. Ci volle un anno per restaurarla. L'originale è stato poi consegnato al museo e sul cancello al suo posto è rimasta una copia realizzata nel 2006
La polizia al momento non ha molte informazioni sul furto ma
sta seguendo le due piste più probabili: il fanatismo neonazista
e il furto su commissione. Nel 2009 ad Auschwitz a commettere il
crimine furono cinque polacchi per conto di un neonazista
svedese, Anders Hoegstroem, poi arrestato e condannato a due
anni. Secondo le prime ricostruzioni, il furto è stato compiuto
tra le 23.45 e le 5.30 del mattino, approfittando di un cambio
turno dei guardiani: il luogo non ha telecamere di sicurezza ma
è sorvegliato 24 ore su 24. Solo all'alba il personale di
sicurezza si è accorto che dall'ingresso dell'ex campo di
concentramento mancava una parte di 190x95 cm: a differenza di
Auschwitz, infatti, a Dachau la scritta 'Arbeit Macht Frei' era
incorporata nel cancello. Il pezzo è stato probabilmente portato
via con un furgone, ma da un primo giro nelle vicinanze la
polizia non ha ritrovato nessuna traccia.
Fanatismo neonazista e furto su commissione le piste della polizia che indaga sulla targa «Arbeit Macht frei» rubata. Sdegno in Germania e in Baviera, dove si trova l'ex lager.
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