Il Brasile riparte da Dilma Rousseff. La presidente uscente ha ottenuto il 51,6% dei voti, battendo di misura lo sfidante Aecio Neves e risultando rieletta per un mandato di altri quattro anni. Nel suo primo discorso dopo la vittoria ha fatto un
appello all'unità nazionale e al dialogo: "Chiedo a tutti i brasiliani senza eccezione di unirsi per il futuro
del Paese".
"Sono pronta al dialogo e
sarà il mio primo impegno di questo secondo mandato", ha
aggiunto la presidente, impegnandosi a promuovere riforme politiche e a combattere la corruzione.
Interrotta più volte dagli applausi dei suoi sostenitori, Rousseff, vestita di bianco, era affiancata dal suo
predecessore e mentore,
Luiz Inacio Lula da Silva. Tra le
chiavi per interpretare la sua vittoria c'è la sconfitta di
Neves nel suo Stato originario, Minas Gerais, che è il secondo
più popoloso del Paese e quello dove Neves ha governato otto
anni.
Rousseff è stata rieletta al secondo turno con il 51,64% dei
voti, pari a 54.498.042 voti.
Il suo sfidante Aecio Neves ha
ottenuto il 48,36%, pari a 51.040.588 preferenze.
Gli aventi diritto al voto erano 142.822.046, i voti validi
sono stati 105.538.630.
La percentuale di votanti è stata del
78,9%, quella degli astenuti il 21,1%.
Le schede bianche sono state 1.921.803 (pari all'1,71%),
quelle nulle 5.219.538 (4,63%).
Dilma ha vinto in 15 stati, Aecio in 12. Lo stato natale dei
due candidati, Minas Gerais, di cui Neves è stato governatore
per due mandati fino al 2010, è stato conquistato da Rousseff.
Clima di festa in pieno
stile carnevale, in buona parte del Brasile, subito dopo il
risultato del ballottaggio per le presidenziali. Ancora
prima della divulgazione dei dati ufficiali, migliaia di
simpatizzanti della neo presidente avevano già inondato le
strade di molte città per manifestare il loro entusiasmo.
"Grazie mille per la rielezione", ha subito twittato Dilma.Nonostante la differenza di voti abbastanza ridotta rispetto
allo sfidante conservatore Aecio Neves la maggioranza dei brasiliani ha
dunque voluto confermare la fiducia all'ex guerrigliera durante
la dittatura militare. L'atteso appuntamento politico è stato
tuttavia disputato al fotofinish, con una votazione tra le più
incerte e combattute degli ultimi 25 anni.
A Rio de Janeiro - dove è stato scelto al secondo turno anche
il nuovo governatore e l'attesa è stata dunque doppia -
simpatizzanti del Partito dei lavoratori (Pt) hanno sfidato la pioggia inondando le
vie del centro con bandiere e megafoni al seguito. In molti
casi erano accompagnati dalle tipiche bande del samba.
Ogni volta che veniva divulgato un nuovo exit-poll,
suggerendo il vantaggio, anche se risicato, di Dilma, le strade
erano invase da grida di euforia. Nei bar tipici della Lapa, il
quartiere della metropoli carioca, era predominante il simbolo
del Pt, rappresentato da una stella rossa. Striscioni del
partito penzolavano da molti davanzali. Gli stessi da cui,
l'estate scorsa, si vedevano sventolare le bandiere verde-oro
per celebrare i Mondiali di calcio in casa.
Il Brasile che doveva scegliere il suo nuovo capo di Stato ha
vissuto insomma una vigilia di capodanno anticipata. Il
risultato delle urne è stato atteso con l'agonia tipica del
fischio finale di un derby. Quando i numeri hanno sancito il
trionfo di Dilma, in parecchie regioni si è scatenato un tifo da
stadio: caroselli di auto e clacson, come in una finale di Coppa
del mondo, si sono svolti da più parti.
Grazie al risultato, il Pt fondato dall'ex presidente Luiz
Inacio Lula da Silva - principale autore del successo di Dilma,
adesso come quattro anni fa - si proietta dunque al potere per
16 anni consecutivi. E il presidente del partito, Rui Falcao, ha
già annunciato il ritorno dell'ex presidente-operaio alle
prossime elezioni del 2018.