domenica 2 agosto 2020
A Panciu, a 200 chilometri da Bucarest, solo i volontari di Ibo (Focsiv) portano alimentari alle famiglie dei ragazzi del Centro diurno Da marzo lezioni interrotte e genitori disoccupati
I volontari Ibo del Centro diurno Pinocchio a Panciu, in Romania

I volontari Ibo del Centro diurno Pinocchio a Panciu, in Romania

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Il Covid sta creando una vera «pandemia della fame». Per rispondere, in modo coordinato ed efficace, è nata la campagna «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» di cui Avvenire è media partner. L’obiettivo è di sostenere, fino al gennaio 2021, più di 60 «punti di intervento» in Europa dell’Est, Africa, Asia e in America Latina. Micro-progetti per aiutare chi soffre la mancanza di cibo e resi possibili da «Insieme per amore degli ultimi», alleanza operativa fra Caritas Italiana e Focsiv, la Federazione degli organismi cristiani di servizio internazionale volontario. Si può donare: online, all’indirizzo insiemepergliultimi.it/dona-ora; con bonifico a Banca Etica, intestato a Focsiv campagna Focsiv-Caritas Italiana, IBAN IT87T0501803200000016949398; con c/c postale n° 47405006, intestato a Focsiv, causale: Focsiv-Caritas italiana – Insieme per gli ultimi.

«Ho parlato con due genitori dei nostri ragazzi, sono una delle poche famiglie che hanno un cellulare. Sono disperati: non riescono a portare a casa neanche un poco di pane». A metà marzo, dopo tre settimane di “deserto totale” con scuole chiuse e lockdown generale, la telefonata di Monica – la responsabile romena del Centro Pinocchio – è stata come una lancinante sirena di allarme nel silenzio irreale di Panciu. La piccola cittadina a 200 chilometri a nord di Bucarest, ultimo lembo di Unione Europea a un centinaio di chilometri dalla Moldavia, è sede del “Centro Pinocchio”, spazio socio-educativo per ragazzi rom dai 3 ai 16 anni, costruito e gestito da Ibo Italia.

Nel cuore della Romania agricola, il piccolo edificio a due piani con aule e spazi gioco, è il sorprendente risultato di oltre 20 anni di campi di lavoro della sezione italiana di Ibo, socio Focsiv. Grazie a molti donatori pubblici e privati, e anche grazie a un finanziamento della Farnesina, la mensa è stata inaugurata ufficialmente nel 2012: da quell’anno Ibo, con l’associazione locale “Lumea lui Pinocchio”, ha assicurato un pasto, oltre che un luogo per giocare e fare i compiti, ai piccoli della famiglie di Valle Brazi, la valle degli abeti. È lì che abitano i rom, alla periferia della città, in casette fatte di terra cruda e paglia. Per mandare i figli a scuola serve la certezza del cibo, e un aiuto allo studio. E così è stato, almeno fino al marzo scorso.

Invece da metà luglio, con oltre mille casi di Covid-19 al giorno, la Romania è il principale focolaio dell’Europa orientale. Una seconda allerta sanitaria che potrebbe protrarsi fino all’autunno con conseguenze al momento imponderabili. A Panciu la pandemia non è ancora arrivata con virulenza – a giugno si contavano una decina di casi in tutto –, ma quella della fame sì: l’incertezza per il futuro, per gli “invisibili” che vivono di economia informale, è una realtà ben presente anche in Romania. «I rom vivono alla giornata. Fanno lavoretti, come la raccolta di rifiuti di metallo e, soprattutto, sono braccianti nei campi di cocomeri o nelle vigne. Tutti lavori alla giornata, per cui si esce di casa in attesa di essere reclutati», spiega Federica Gruppioni, responsabile del progetto per Ibo Italia. Invisibili, che il lockdown ha condannato alla totale insicurezza alimentare. La risposta sul campo di Ibo Italia è nata spontaneamente, assieme al desiderio di tenere i contatti con i ragazzi del Centro Pinocchio e le loro famiglie. Decisivo un colloquio tra Monica, la responsabile romena, e il vice-sindaco di Panciu, per ricevere un piccolo finanziamento.


Puoi donare online qui

Puoi donare anche con bonifico o bollettino postale:

  • BONIFICO BANCARIO
    intestato a: FOCSIV Campagna Focsiv-Caritas

    IBAN IT87T0501803200000016949398

  • C/C POSTALE
    n° 47405006 intestato a: FOCSIV
    Causale: FOCSIV-CARITAS ITALIANA – Insieme per gli ultimi

E poi un appello sul web di una volontaria francese di Ibo, e rilanciato via social da tutti gli altri componenti dello staff. «Abbiamo raccolto in questo modo circa 400 euro, quanto serviva per iniziare», racconta Agnese Inverni, per sei mesi a Panciu con il Corpo europeo di solidarietà, appena rientrata in Italia. La spesa all’ingrosso, la confezione dei pacchi, e dopo il tam tam con le famiglie che si riuscivano contattare, il venerdì verso mezzogiorno la consegna nei due o tre punti di raccolta: 14 pacchi con riso, legumi, farina per polenta, passata di pomodoro la prima volta. Cibo, assieme a qualche vestito e dei piccoli giocattoli: «Impossibile contenere la gioia dei bambini che, nonostante le mascherine e le raccomandazioni di tenere il distanziamento fisico, facevano a gara ad abbracciare i volontari di Ibo», racconta Agnese. Da maggio, l’appuntamento del venerdì è diventata una abitudine per quella dozzina abbondante di famiglie. «Qualche volta siamo riusciti a portare anche del pollo. Un po’ di carne che non sarebbero mai riusciti a comprare», prosegue Agnese.

E dopo la festa per il cibo, la preoccupazione per la scuola: nessuno dei ragazzi del Centro Pinocchio è riuscito a seguire la didattica a distanza. Un tablet, nella valle Brazi, nessuno se la può permettere. «Ora le famiglie temono che i figli perdano un intero anno scolastico», spiega Agnese. Solo quando la mensa del Centro Pinocchio riaprirà, e i bambini finita la scuola entrando urleranno «Posta buna», buona appetito, allora sarà tutto finito. Intanto, portando al cibo a valle Brazi, al centro Pinocchio si tiene aperta la porta per il futuro.

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