mercoledì 8 settembre 2010
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Incurante degli appelli di diplomatici e generali, un pastore battista americano rischia di infiammare - letteralmente - il mondo islamico: dall'America invita a "bruciare in piazza il Corano". E nonostante siano sempre più numerose e autorevoli le voci di coloro che lo invitano a soprassedere (dall'Osservatore Romano alle Comunità Islamiche d'America, dal comandante americano delle forze internazionali in Afghanistan, generale David Petraeus, a quello della Nato, Anders Rasmussen), padre Terry Jones, 63 anni, responsabile del Dove Outreach Wolrld Center di Gainesville, ha ribadito la sua volontà di andare avanti. Per il prossimo 11 settembre i suoi fedeli sono invitati a "raccogliersi in preghiera per bruciare insieme in piazza una copia del Corano".È quello a suo avviso il modo "veramente cristiano" per onorare le vittime degli attentati del 2001. Secondo padre Jones, è venuto il tempo di "lanciare un messaggio chiaro ai musulmani radicali" del mondo: "Sappiate - ha ribadito oggi, intervistato dalla CNN - che l'America non tollererà più la vostra jihad. Non vogliamo offendere nessuno. Ma dire in modo chiaro che noi siamo offesi quando bruciano in piazza la bandiera americana o la Bibbia. Loro non hanno problemi a farlo. Perchè dovremmo avere problemi noi?".Parole di fuoco che gettano benzina sul fuoco del dibattito circa l'opportunità di aprire una moschea a Ground Zero a New York. La stessa Casa Bianca si è detta oggi "preoccupata": "questo tipo di azioni mettono in pericolo le nostre truppe in Afghanistan, e sono fonte di inquietudine per noi", ha detto il portavoce dell'amministrazione Obama, Robert Gibbs. Incurante delle conseguenze, Jones anche oggi ha ribadito la sua posizione radicale: "Gesù ha insegnato che c'è un tempo per la diplomazia e un tempo per l'ira - ha ribadito oggi alla CNN, incurante degli appelli a gettare acqua sul fuoco -. La diplomazia è una cosa buona e giusta. Ma non dimentichiamo mai che anche Gesù entrò nel tempio e rovesciò i banchi".Anche il generale Petraeus oggi è intervenuto per dire che la proposta potrebbe causare reazioni tali da " mettere a rischio la vita di soldati americani". Ma Jones, incurante, va avanti per la sua strada: "Prendiamo molto seriamente le parole di Petraues e preghiamo per i nostri soldati. Ma per quanto ancora dobbiamo indietreggiare di fronte alle minacce dei musulmani radicali e alla loro jihad?". Negli Usa l'American Muslim Association, che raggruppa le principali associazioni musulmane, ha invitato a non prendere in considerazione le provocazioni di Jones. "Per l'11 settembre, che il Corano sia fonte di ispirazione per incontri di preghiera in ricordo delle vittime" ha detto agli imam dell'associazione.Sul piano internazionale, invece, le parole di Jones hanno sollevato polemiche in diversi Paesi. Manifestazioni di protesta si erano tenute la settimana scorsa davanti all' ambasciata Usa a Giakarta, in Indonesia. Oggi è intervenuto il ministero degli Esteri dell'Iran, per sottolineare che bruciare il Corano solleverebbe "sentimenti incontrollabili" in molti Paesi musulmani. "Consigliamo ai Paesi occidentali di impedire lo sfruttamento della libertà di espressione per insultare i libri sacri", ha detto da Teheran il portavoce Ramin Mehmanparast.Grande preoccupazione espressa anche, a Washington, dal capo della Nato Rasmussen: questa vicenda - ha detto - "rischia di avere conseguenze nefaste sulla sicurezza delle nostre truppe". Mentre l'Osservatore Romano ha titolato così oggi il giornale:"Nessuno bruci il Corano".IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSOLa proposta di bruciare il Corano l'11 settembre, anniversario dell'attentato alle Torri Gemelle, è stata duramente condannata dal Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. "A quei deprecabili atti di violenza, infatti - afferma in una nota - non si può porre rimedio contrapponendo un gesto di grave oltraggio al libro considerato sacro da una comunità religiosa". "Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso - si afferma in un comunicato diffuso in sala stampa vaticana - ha accolto con viva preoccupazione la notizia della proposta di un Koran Burning Day per l'11 settembre, anniversario dei tragici attacchi terroristici che nel 2001 causarono numerose vittime innocenti e ingenti danni materiali"."Ogni religione, con i rispettivi libri sacri, luoghi di culto e simboli - afferma ancora il dicastero vaticano - ha diritto al rispetto e alla protezione: si tratta del rispetto dovuto alla dignità delle persone che vi aderiscono e alle loro libere scelte in materia religiosa". Riferendosi poi all'attentato delle Torri Gemelle, la nota afferma che "la necessaria riflessione che si impone a tutti nel ricordo dell'11 settembre rinnova, anzitutto, i nostri sentimenti di profonda solidarietà con quanti sono stati colpiti dagli orrendi attacchi terroristici. A tali sentimenti si unisce la nostra preghiera per essi e per i loro cari che hanno perso la vita". Citando poi parole di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI sull'argomento, il Pontificio Consiglio ribadisce che "tutti i responsabili religiosi e tutti i credenti sono chiamati anche a rinnovare la ferma condanna di ogni forma di violenza, in particolare quella compiuta in nome della religione".
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