Si riaccende in Turchia la protesta popolare contro il premier Erdogan, il cui partito è stato coinvolto in una sorta di "mani pulite".
Come durante le grandi proteste di
Gezi Park nella primavera scorsa a Istanbul si sono riaccesi
questa notte i concerti di protesta di pentole sbattute dopo la
morte questa mattina di Berkin Elvan, il ragazzo di 15 anni in
coma da nove mesi simbolo della repressione della rivolta dei
giovani turchi contro il premier islamico Recep Tayyip Erdogan.
Da mesi non si sentivano "caceroladas" di protesta alle
finestre attorno a Istiklal e Taksim, nel cuore europeo della
città, e Kadikoy, sulla sponda asiatica, dove sono in corso da
questo pomeriggio manifestazioni spontanee di protesta e di
solidarietà con la famiglia del ragazzo.
Migliaia di persone
partecipano a manifestazioni spontanee in corso in diverse
città del paese, sorvegliate dall'altro dagli elicotteri della
polizia. Gli agenti anti-sommossa hanno usato la forza,
caricando i manifestanti e usando gas lacrimogeni, spray
urticante e cannoni ad acqua, a Istiklal e Kadikoy, a Kizilay,
nel centro di Ankara, e ad Adana.
Secondo le reti sociali ci sono diversi feriti. I
manifestanti gridano "Berkin sei eterno" e "Erdogan assassino".
Molti hanno in mano pezzi e filoni di pane, in ricordo di
Berkin. Il ragazzo era stato infatti colpito alla testa da un
candelotto lacrimogeno sparato da un poliziotto il 16 giugno
mentre andava a comprare il pane per il pranzo della famiglia.
Il pane è diventato oggi un nuovo simbolo delle proteste di
Gezi Park.