L'ingresso degli agenti, oltre che rapido, è stato relativamente facile, senza neanche una sparatoria. Un risultato al quale ha senz'altro contribuito il previo arresto, nei giorni scorsi, del boss del narcotraffico della Rocinha, Antonio Bonfim Lopes, detto Nem, diventato con appena 35 anni il bandito più ricercato del Brasile. La sua cattura, insieme a quella di alcuni dei suoi principali collaboratori, ha minato il morale e impedito la reazione degli altri trafficanti, che ora tentano di nascondersi dentro la bidonville, considerata l'ultima e più importante roccaforte del crimine organizzato carioca. Gli agenti stanno già setacciando casa per casa alla ricerca dei fuggitivi. Per cercare di complicare l'ingresso dei tank, i narcos hanno costruito barriere improvvisate in cemento armato lungo le strade di accesso alla favela e rovesciato grandi quantità di olio sull'asfalto.
Uno sforzo inutile, che non ha impedito l'avanzo sistematico delle forze speciali. La città di Rio de Janeiro si è dunque svegliata ricevendo la notizia che tutti aspettavano ma alla quale pochi credevano: il 'supermercato' del traffico di droga e del contrabbando di armi è stato chiuso per sempre, un'altra giornata storica per la popolazione carioca. Nella 'Rocinha' - liberata insieme alle confinanti Vidigal e Chacara do Ceu - sarà ora installata la 19/a Unità di polizia pacificatrice, nome dato alle speciali caserme costruite in pianta stabile nei 'morros' (le colline dove sorgono le baraccopoli) per sancire il ritorno totale e permanente della legalità.
L'occupazione della 'Rocinha' è passata quasi inosservata, grazie soprattutto al minuzioso lavoro dell'intelligence, che ha preparato il terreno minimizzando i danni. Ma il significato della conquista è forse anche maggiore: i carioca percepiscono che è finita un'epoca oscura e che forse si sta aprendo una nuova era, non solo di prosperità economica ma, soprattutto, di pace