Israele cambia rotta rispetto alle trattative su Gaza. Intanto rinuncia a partecipare ai colloqui del Cairo per una tregua a Gaza. La decisione, secondo la
radio militare, Galei Tzahal, è stata adottata dal
Gabinetto di difesa israeliano. Fra gli sviluppi che secondo
l'emittente hanno influenzato i ministri anche l'incertezza
sulla sorte del soldato finito nelle mani di Hamas ieri ai margini di Gaza.
Israele, quindi, non intende più raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia tramite negoziati con Hamas, ma piuttosto valutare la fine delle operazioni a Gaza ed eventualmente procedere a un ritiro unilaterale. Questo avverrebbe però una volta ottenuto il "ripristino della deterrenza". Insomma, raggiunti gli obiettivi. In particolare ormai l'esercito israeliano è convinto di riuscire a distruggere tutti i tunnel noti di Hamas entro un giorno o due. Il ritiro potrebbe comunque non coincidere con il cessate il fuoco. Fuoco che potrebbe essere affidato ai mezzi aerei o ai cannoni.
"Se avvertiremo che la deterrenza è stata raggiunta - ha detto un esponente ufficiale, citato da Haaretz in forma anonima - lasceremo la Striscia in base al
principio di "calma in cambio di calma" (ovvero niente raid
israeliani a patto che non siano lanciati razzi dalla Striscia,
ndr). Se ci accorgeremo invece che la deterrenza non è stata
ancora raggiunta, continueremo l'azione a Gaza, oppure lasceremo
il terreno affidandoci agli attacchi aerei".
E oggi è stato deciso di autorizzare il ritorno della
popolazione civile nel settore Nord della Striscia. Questo sembra
rafforzare a breve l'ipotesi prospettata dalla fonte riportata
da Haaretz. Al tempo stesso Israele cercherà - sempre secondo
le indiscrezioni stampa - di raggiungere comunque intese con
l'Egitto, con il presidente palestinese Abu Mazen e con la
comunità internazionale riguardo la la ricostruzione della
Striscia, una prospettiva di smilitarizzazione di Hamas e la
supervisione delle merci che entrano a Gaza.
Intanto i combattimenti sono proseguiti a Nuseirat, risultano almeno 3 morti, e altri razzi lanciati da Gaza continuano a colpire il sud di Israele, nelle comunità a ridosso della Striscia. Almeno cinque, dicono i media, sono
caduti nella zona di Shaar Ha Neghev. Le sirene di allarme sono
risuonate nelle località di Sderot e a Nahal Oz.
Resta a destare in Israele grande impressione la cattura, venerdì mattina, dell'ufficiale israeliano Hadar Goldin, 23 anni. Il rapimento ha fatto fallire la tregua umanitaria. L'ala militare di Hamas, pur rivendicando l'azione che ha portato anche all'uccisione di due soldati, ha affermato di ritenere che l'ufficiale disperso sia riamsto ucciso in un bombardamento israeliano di risposta all'attacco.
"Abbiamo perso i contatti - ha sostenuto Hamas in un comunicato ripreso dai media israeliani - con il gruppo di combattenti che ha preso parte all'imboscata e crediamo che siano stati tutti uccisi in un bombardamento. Supponendo che loro abbiano condotto il rapimento del soldato, riteniamo che anche lui sia stato ucciso nell'evento".
Sono circa centocinquanta i palestinesi che hanno perso la vita, e diverse centinaia quelli che sono rimasti feriti, dalla rottura della tregua umanitaria di 72 ore nella Striscia di Gaza, scattata venerdì mattina ma durata appena novanta minuti: lo hanno riferito fonti ospedaliere locali, secondo cui solo la notte scorsa i morti accertati sono stati almeno 35. Dall'inizio del conflitto, entrato nel 26mo giorno consecutivo, i palestinesi uccisi ammontano a 1.592. Sul versante israeliano le vittime sono 65, di cui 63 militari, più un cittadino straniero che lavorava in una cooperativa agricola raggiunta da colpi di mortaio.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in qualità di presidente di turno dell'Unione Europa, è arrivato al Cairo per una missione diplomatica di poche ore. Renzi incontrerà il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e l'omologo Ibrahim Mahlab. Al termine dell'incontro con al-Sisi, una dichiarazione congiunta per la pace. Vorrei fare "un appello comune per la distensione, il cessate il fuoco per Gaza", hanno detto entrambi.