Mancano i boia per le decapitazioni, si pensa quindi a un metodo «più semplice e veloce»: la fucilazione. Succede in Arabia Saudita, Paese tristemente famoso per il ricorso alla pena capitale, i cui numeri sono tra i più alti al mondo. A riferire la notizia è il sito dell’agenzia missionaria cattolica
AsiaNews, che cita una circolare dello scorso aprile del dipartimento di Giustizia del regno, dove è prevista la decapitazione con la sciabola, così come vuole la sharia, la legge coranica. La sostituzione della modalità di condanna a morte non è indice di una maggiore “compassione”, ma è dovuta al fatto che i boia capaci di maneggiare correttamente la sciabola scarseggiano e si penserebbe così ai plotoni di esecuzione.Attualmente c’è quasi la paralisi del sistema giudiziario saudita, poiché i boia sono costretti a viaggiare nelle diverse province e le amministrazioni locali fanno pressioni per accaparrarseli. Per questo Riad starebbe pensando alla fucilazione, che non sarebbe contraria ai precetti islamici. L’Arabia Saudita è l’unico Paese al mondo che prevede la decapitazione in piazza, eppure la scarsità di boia non ha fermato la macchina della morte e sarebbero almeno 40 le esecuzioni dall’inizio del 2013, mentre l’anno scorso – prosegue
AsiaNews – quelle registrate sono state 78. Nel regno la pena capitale è prevista per i reati di omicidio, rapina a mano armata, stupro e traffico di droga, ma anche per stregoneria e sodomia. Non meno crudeli della decapitazione sono le condanne per i crimini minori, come furto e reato di opinione, che oltre al carcere, prevedono il taglio della mano o del piede e la fustigazione in piazza. Ma almeno una buona notizia, seppur piccola, c’è e riguarda le donne, che in Arabia Saudita ancora non possono votare e guidare: è stato inaugurato il primo centro sportivo femminile. La struttura si trova nella città orientale di Khobar, affacciata sul Golfo Persico, e offre programmi di fitness oltre a discipline come il karate e lo yoga.