sabato 15 marzo 2014
Il referendum per l'annessione alla Russia: lunedì i risultati finali. Mosca, veto sulla risoluzione Onu che condanna il voto. L’Ue pronta a varare un nuovo pacchetto di sanzioni. Tensione in Ucraina: il governo accusa di invasione le truppe russe. Due morti nell'est del Paese. A Sebastopoli rapito e liberato un prete cattolico.
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Crimea, urne e armi
 Un quesito che pesa di A. Lavazza
REPORTAGE Crimea appesa a un filo | Verso Sinferopoli (Giorgio Ferrari)DIRETTA TWITTER 
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Ore decisive per gli equilibri internazionali, a causa del referendum con cui la Crimea sceglierà con ogni probabilità di lasciare l’Ucraina e unirsi alla Russia. I risultati definitivi del voto, con inizio domenica alle 8 locali, saranno noti lunedì mattina. Ma i risultati preliminari saranno disponibili "poco dopo" la chiusura dei seggi, domenica sera. Lo ha reso noto Mikhailo Malyshev, presidente del comitato organizzatore della consultazione.Ci saranno oltre 600 giornalisti e 135 osservatori stranieri provenienti da 23 paesi.
Risoluzione Onu in Crimea, la Russia pone vetoLa Russia ha posto il veto sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che condanna il referendum in Crimea. Il progetto di risoluzione, secondo il quale il referendum di domenica non avrebbe alcuna validità, ha ottenuto 13 voti su 15 membri del Consiglio, con la Cina che si è astenuta. Dal momento che la Russia è membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, e avendo esercitato il proprio diritto di veto, la risoluzione non è passata. Da parte loro, i membri del Consiglio che hanno votato a favore della risoluzione, tra cui gli Stati Uniti, hanno condannato il veto della Russia. "Questo - ha detto l'ambasciatore Usa all'Onu Samantha Power - è un momento triste".
Il referendumLa Crimea è irrinunciabile per Mosca: ha una maggioranza assoluta di abitanti che si dichiara russa, fattore che ha giustificato la sua costituzione in "repubblica autonoma" ucraina. La penisola ha quasi 2 milioni di abitanti con un 58% di russi contro un 24% di ucraini (molti russofoni) e un 12% di Tatari. Ma ospita anche la base navale russa di Sebastopoli, "in affitto" a Mosca fino al 2042, dov'è ormeggiata la Flotta del Mar Nero, testa di ponte strategica proiettata anche nel Mediterraneo, dove pure Mosca ha la base navale a Tartus, in Siria, le cui sorti sono però legate al conflitto in quel Paese.La penisola di Crimea si prepara a tornare in seno alla Grande Madre Russia, alla quale è stata unita per oltre 250 anni, dopo esattamente 60 anni di amministrazione da parte dell'Ucraina, alla quale fu "regalata" nel 1954 dall'allora leader sovietico Nikita Krusciov, come segno di fraterna vicinanza fra le due Repubbliche dell'Urss.Il governo ucraino ha accusato la Russia di aver invaso una regione nel sudest del paese, vicina alla Crimea. In particolare le forze russe si sarebbero insediate nel villaggio di Strilkove. Kiev "si riserva il diritto di mettere in atto tutte le misure necessarie per fermare l'invasione militare russa".Kiev accusa: i russi invadono il SudestIl governo ucraino ha accusato la Russia di aver invaso una regione nel Sud-est del paese, vicina alla Crimea. In particolare le forze russe si sarebbero insediate nel villaggio di Strilkove. Kiev "si riserva il diritto di mettere in atto tutte le misure necessarie per fermare l'invasione militare russa".Rapito e liberato un prete cattolicoUn sacerdote cattolico di rito orientale è stato prelevato dalla sua chiesa in Crimea damilizie filorusse. Per alcune ore è stato rapito senza poter dare notizie ma alla fine è stato liberato dalla polizia. È il sacerdote greco-cattolico padre Mykola Kvych, parroco dellachiesa della Dormizione della Vergine a Sebastopoli e cappellano della Marina. A dare la notizia, che è emblematica del clima di tensione che si respira in queste ore in Crimea, era stato un sito di informazione religiosa ucraino ma la conferma era arrivata anche ai microfoni di Radio Vaticana dal vescovo Gudziak Borys, l'eparca della chiesa greco-cattolica ucraina, che aveva espresso "profonda preoccupazione" per quanto accaduto e in generale per il clima che si è creato nella regione.
Scontri nell'est dell'Ucraina, altri 2 morti Intanto la tensione è salita alle stelle in Ucraina. Dopo gli scontri a Donetsk, nell'Ucraina centrale, che giovedì hanno lasciato sul terreno tre vittime, la scorsa notte ci sono stati manifestazioni violente a Kharkiv, nell'est del Paese, tra attivisti filo-ucraini e filo-russi. I morti sono stati due, i feriti cinque. Le vittime sarebbero un filorusso e un passante, secondo fonti di polizia.
Il fronte diplomaticoIl segretario di Stato americano, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov, si sono visti venerdì a Londra. Il capo della diplomazia Usa ha presentato a Lavrov varie «opzioni» per risolvere il conflitto ma ha già avvertito che Usa e Ue prenderanno «serie misure» se Mosca dovesse annettersi la penisola di Crimea, attualmente una repubblica autonoma dell’Ucraina. Al termine di un colloquio senza intese, Kerry è stato chiaro: gli Usa non riconosceranno l’esito del referendum in Crimea e se la Russia aumenterà la tensione in Ucraina «ci sarà una risposta più forte». Lavrov, da parte sua, ha ribadito che «la Russia non ha e non può avere alcun piano per invadere le regioni sud-orientali dell’Ucraina».In Crimea la vittoria dei filo-russi è scontata e già lunedì il Consiglio Ue potrebbe vietare l’ingresso nel suo territorio ai vertici del potere politico-economico russo. Una misura concordata con gli Stati Uniti e che potrebbe colpire anche l’amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller, e di Rosneft, Igor Sechin.Il premier della Crimea, Sergeij Aksionov, ha annunciato che i risultati del referendum «saranno diramati lunedì» e che «l’affluenza sarà a valanga, attorno all’80%». Se passerà la secessione, Aksionov prevede che ci vorrà al massimo un anno di tempo per completare il processo di annessione alla Russia. Lo stesso Aksionov ha lanciato un appello alle regioni ucraine orientali, esortandole a convocare anche loro referendum per la secessione dall’Ucraina. Il premier della Crimea ha ribadito poi di sperare che Kiev accetterà l’esito del referendum, «che è legittimo e sarà trasparente: noi siamo pronti a tutto». Il presidente americano Barack Obama, da parte sua, spera ancora che la crisi ucraina si possa risolvere per via diplomatica. Ma, se così non fosse, per il capo della Casa Bianca saranno inevitabili le conseguenze nei confronti di Mosca. Gli Stati Uniti starebbero anche «valutando» una richiesta dei dirigenti ucraini: Kiev ha chiesto a Washington armi e sostegno militare anche a livello di intelligence. Secondo il Wall Street Journal, però, gli Stati Uniti avrebbero già rifiutato la domanda ucraina nel timore di inasprire la situazione.Lunedì a Bruxelles i ministri degli Esteri dell’Unione Europea sono pronti a varare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Tra i provvedimenti si pensa al congelamento dei beni e al blocco dei visti per i dirigenti russi. Intanto in Russia il Cremlino, oltre a intensificare le manovre militari nelle zone al confine con l’Ucraina, ha stretto il controllo sulle fonti di informazione indipendenti. Da giovedì sera è bloccato l’accesso al blog dell’oppositore Alexei Navalny su LiveJournal e al sito vicino all’opposizione Ej.ru. Gli intellettuali anti-Putin si mobilitano e oltre cento tra scrittori, attori, politologi e registi hanno firmato una lettera aperta contro la guerra. Ma probabilmente non basterà a fermare l’escalation.
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