Le premesse sembravano tutt’altro che positive. Quando nella serata di martedì (la notte in Italia), i rappresentanti del governo di Nicolás Maduro e dell’opposizione, riunita nella Mesa de la Unidad Democrática (Mud), sono entrati nel ministero degli Esteri di Caracas, le facce erano tese. A frenare gli entusiasmi, ha contribuito anche la dichiarazione del segretario del Mud, Ramón Guillermo Avelanedo: «Non è l’inizio del dialogo. Dobbiamo capire se ci sono le premesse». Dopo tre ore di riunione a porte chiuse, però, il clima è cambiato. È stato lo stesso Aveledo ad annunciare «buone notizie», ovvero l’avvio dell’attesa mediazione per mettere fine all’ondata di proteste che in meno di due mesi hanno fatto oltre 40 morti e 500 feriti. Il primo incontro, previsto oggi, sarà trasmesso in diretta. Intorno al tavolo, oltre Maduro e i vertici del Mud, ci saranno tre delegati dell’Unione degli Stati sudamericani (Unasur), ossia i capi della diplomazia di Brasile, Ecuador e Colombia. Caracas ha, inoltre, chiesto formalmente al Vaticano in una lettera inviata al segretario di Stato, Pietro Parolin – di nominare una persona «quale testimone di buona fede». Lo spiraglio è aperto. Ma i nodi da sciogliere sono tanti. Lo stesso fronte anti-Maduro è diviso: l’ala più radicale è contraria alla mediazione e ha annunciato che le manifestazioni continueranno. Il fatto è che la polarizzazione nel Paese ha raggiunto livelli altissimi, come ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro, appena rientrato da Caracas. Il clima di contrapposizione ha spaccato anche la numerosa comunità italiana – quasi due milioni di discendenti – «divisa tra i sostenitori e gli oppositori del governo. Nel mio viaggio ho voluto portare solidarietà alla comunità. al sindaco Scarano e al capo della polizia Lucchese, di origini italiane, tuttora in carcere», ha dichiarato Giro. E ha aggiunto: «Gli italiani vogliono restare e contribuire al dialogo politico, già cominciato ». Un negoziato in cui – ha concluso il sottosegretario – il nostro Paese «può svolgere un ruolo importante» e «ha offerto la propria disponibilità a fare da facilitatore».