Ancora 48 ore di tempo per fermare la deportazione dei circa 200 profughi eritrei detenuti senza ragione in un carcere nel deserto del Sudan. Tra loro anche 15 minori non accompagnati. Si tratta di disertori dalla coscrizione militare a vita in vigore nello stato caserma dell’Asmara arrestati tre mesi fa mentre stavano marciando verso il campo profughi dell’Acnur di Shegarab, vicino a Kassala, dove volevano chiedere asilo. I militari sudanesi li hanno invece portati in un carcere a due ore da Khartoum dopo un processo sommario per ingresso illegale nel paese e la condanna a un mese e 500 sterline sudanesi di multa.
Avvenire aveva dato la notizia alcune settimane fa. Nel gruppo c’erano anche 34 donne, alcune con bambini piccoli, nel frattempo trasferite a Shegarab. Scontata la pena, gli eritrei dovevano essere liberati, invece un accordo tra i due governi ne ha stabilito la deportazione. Molti dei detenuti sono stati colpiti dalla malaria, dissenteria e da altri problemi legati anche alle pessima situazione igienico-sanitaria, alla fame e all'acqua salata che sono costretti a bere. Sulla vicenda si affacciano le ombre del traffico di uomini e di organi.
Alcuni di loro sarebbero stati venduti dalle autorità carcerarie ai trafficanti di uomini, i Rashaida, che hanno chiesto i riscatti alle famiglie. Un uomo di nome Berhane, riferiscono i detenuti, non sarebbe più tornato con i compagni e sarebbe stato ucciso per espiantatagli e rivendere illegalmente gli organi. Dopo la recente visita dell’ambasciatore eritreo i prigionieri hanno sentito i secondini parlare di deportazione in programma lunedi 11 agosto. Del caso si è occupata l’agenzia Habeshia di don Mosè Zerai, l’angelo dei profughi eritrei, che ha lanciato una petizione on line (www.facebook.com/groups/sos.sinai) all’Acnur per fermare l’operazione.
“La deportazione- scrive l’agenzia Habeshia . è in totale violazione della convenzione di Ginevra siglata dal Sudan. Chiediamo alla comunità internazionale di intervenire per bloccare la deportazione di persone che rischiano di subire arresti arbitrari e torture nel paese di origine”. In ottobre, sotto la presidenza italiana, verrà organizzato a Khartoum un vertice tra Europa e Africa sul traffico di esseri umani.