Si è aperto oggi a Guantanamo il
processo alla presunta mente degli attentati dell'11 settembre,
Khalid Shaikh Mohammed, e ai suoi quattro complici, Aziz Ali,
Walid Muhammad Salih Mubarak Bin Attash, Ramzi Binalshibh e
Mustafa Ahmed Adam al-Hawsawi. In caso di condanna, rischiano
tutti la pena di morte. Nove anni dopo il loro arresto, i cinque compariranno per
l'incriminazione davanti al tribunale militare americano della
prigione della base a Cuba. Tre anni fa l'amministrazione
Obama aveva sospeso l'iter per il processo che intendeva
spostare in un tribunale penale di New York, ma l'opposizione
repubblicana al Congresso lo ha impedito.
L'imputato più noto è Khalid Sheik Mohammed, nato in
Kuwait e autodefinitosi la mente delle stragi che avrebbe
pianificato "dalla A alla Z". Gli altri imputati, come lui
rinchiusi nella struttura super segreta di Guantanamo Camp 7,
sono lo yemenita Rmazi Binalshibh, capo della cellula di
Amburgo responsabile delle stragi; Ammar al Baluchi,
considerato il braccio destro di Mohammed; Walid bin Attash, un
ex responsabile di Al Qaeda in Arabia Saudita; Mustafa Ahmed al
Awashi, il cassiere dell'operazione che colpì al cuore
l'America e l'Occidente.Sono accusati di aver finanziato
e addestrato i 19 terroristi responsabili degli attacchi alle
Torri Gemelle e al Pentagono e del dirottamento dell'aereo
della United schiantatosi in Pennsylvania causando in totale la
morte di 2.976 persone. I capi d'accusa includono terrorismo,
dirottamento di aereo, associazione a delinquere, omicidio in
violazione delle leggi di guerra e strage
Quello che è gia 'stato ribattezzato il "processo del secolo"
potrebbe durare oltre un anno e sarà seguito da 60 giornalisti
autorizzati e una decina di familiari delle vittime.
La sfida principale per l'accusa sarà di dimostrare che il
processo militare voluto dall'Amministrazione Obama è
rispettoso degli standard internazionali, anche grazie alle
nuove regole approvate dal Congresso che vietano l'uso di prove
estorte sotto tortura.
Khalid Sheikh Mohammed, si è rifiutato di partecipare oggi all'udienza
che era dedicata alla lettura dell'atto di accusa; si è tolto
le cuffie e si è rifiutato di seguire ed ascoltare il procedimento.
Mohammed è "profondamente preoccupato per l'equità del
procedimento e del processo", ha dichiarato il legale dell'uomo David
Nevin e "se la Corte si rivolge a lui e lui non risponde, credo che
questo rifletta la scelta da parte sua di non comunicare con la
corte". l'Unico imputato a prendere la parola, Ramzi Bin al Shibh, ha
detto rivolto al giudice: "Non mi vedrete più". "Non è una mia
scelta", ha aggiunto. "Stanno cercando di ucciderci al campo e dire che
ci siamo suicidati".