Fabrizio Pregliasco è ricercatore al Dipartimento di Sanità Pubblica di Microbiologia e Virologia dell’Università degli Studi di Milano.
Dottor Pregliasco che cosa sta succedendo? Si tratta di un’epidemia preoccupante, ma che i colleghi americani del Cdc sono stati bravi a individuare come casi di influenza pesante determinati da un virus proprio dei suini, che comunque già conoscevamo. Perché già nel passato, nel ’ 76, si era temuta una pandemia da questo tipo di virus che aveva già “splafonato”, diciamo così, negli umani.
L’allarme è però in queste fasi ha un livello alto... La situazione attuale è sotto controllo, anche se necessita di uno studio approfondito. Una situazione che da una parte crea preoccupazione per un possibile sviluppo di virus con capacità pandemiche – un po’ come quello di origine aviaria di cui si è tanto parlato – ma che presenta anche un aspetto positivo: la capacità di individuare nella gran massa di influenze che si susseguono nell’arco dell’anno in tutto il mondo potenzialità di rischio maggiore determinati da questo virus. Comunque niente allarmismi. Ora si tratta di attendere l’evolversi della situazione per dare un’informazione corretta e valutare con il tempo i possibili effetti sulla salute umana a livello internazionale.
E le possibili cure? Come per l’aviaria abbiamo gli antivirali che rappresentano un possibile approccio di trattamento. Attualmente in Europa non c’è stata alcuna segnalazione, ma tutti sono stati allertati, così come la rete italiana di sorveglianza e i laboratori di riferimento. E questo grazie anche a quell’organizzazione che si è creata in conseguenza alle emergenze più recenti della Sars e dell’aviaria.
Si dice che nel ceppo di questa influenza si sarebbero mischiati virus umano e virus animale, come di suini e volatili... Sì, purtroppo il virus dell’influenza ha questa capacità di modificarsi, di mescolarsi in “ospiti”, un po’ come se fosse un frullatore che prende pezzi di virus umano, animale e di varie specie e prova a fare variazioni sul tema che poi purtroppo diffonde e, a seconda delle capacità di queste varianti, può provocare pandemie che ci sono state nel passato e non dobbiamo escludere nel futuro. Allarmi, falsi allarmi, situazioni di rischio, speriamo che non ci sia una diffusione cosiddetta pandemica di questo virus influenzale.