Nonostante una cura di austerità lacrime e sangue,
il premier di centrodestra Pedro Passos Coelho ha vinto ieri le elezioni politiche portoghesi, perdendo
però la maggioranza assoluta in parlamento. La formazione del
nuovo governo di minoranza si annuncia in salita.
Il Portogallo ha votato in controtendenza e non ha punito,
come in Grecia o in Spagna, il governo che lo ha traghettato
attraverso il tunnel della crisi con misure di austerità che hanno
lasciato in ginocchio il paese. La coalizione di centrodestra di
Passos e del vicepremier Paulo Costas
ha ottenuto il 37% contro
il 32,4% ai socialisti di Antonio Costa, ma non raggiunge quota
116 deputati, la maggioranza assoluta in parlamento. Il
vicepremier Porta ha confermato che la coalizione ha perso la
maggioranza assoluta. Degli altri due partiti presenti in
parlamento, il post-trotzkista Bloco de Esquerda dell'attrice
Catarina Martins appoggiato da Podemos e Syriza ha raddoppiato
iseggi in parlamento con il 10,2%, superando i comunisti verdi
della Cdu, al 8,2%.
Dopo l'annuncio dei risultati Passos Coelho ha confermato che
intende formare il nuovo governo. Ma l'opposizione, finora
profondamente divisa, nella notte elettorale è stata concorde
nell'affermare di volersi opporre alla designazione di un
governo di minoranza di centrodestra. Con ogni probabilità nei
prossimi giorni il capo dello Stato Anibal Cavaco Silva darà a
Passos Coelho l'incarico di esplorare le condizioni per la
formazione del nuovo esecutivo. In Portogallo è tradizione che i
governi in minoranza beneficino nei primi mesi dell'astensione
dell'altro grande partito. Secondo alcuni analisti è però
possibile che il paese debba tornare alle urne già l'anno
prossimo. Il leader dei comunisti Jeronimo da Sousa ha detto
questa sera che il leader socialista Antonio Costa potrebbe
tentare di formare a sua volta il governo. Ma le differenze fra
il Ps, favorevole all'austerità con correzioni, e Be e Cdu, che
sono per la fine delle misure di rigore, sembrano
inconciliabili.
Delusi dai politici dopo una crisi che ha messo in ginocchio
il Paese,
molti portoghesi - il 43% - hanno preferito non
votare. Il Portogallo sta uscendo dal tunnel. Da un anno non è
più commissariato della troika Fmi-Ue-Bce, ma le cicatrici
sono ancora aperte. Stipendi e pensioni sono stati tagliati, le
spese sociali ridotte all'osso: un portoghese su cinque vive
sotto la soglia della povertà, le mense della Caritas rimangono
affollate e frequentate anche dalla classe media. Passos Coelho
ha beneficiato secondo diversi analisti del timore di molti
portoghesi di "tornare indietro" votando per i socialisti. È
stato infatti il predecessore di Passos, il socialista Josè
Socrates a portare il paese nel baratro della crisi ed alle
forche caudine del salvataggio da 78 miliardi della troika nel
2011. Socrates è finito poi nei guai. Accusato di corruzione, è
stato arrestato e ha trascorso 9 mesi in carcere.