Il neopresidente ucraino Petro
Poroshenko si è impegnato dopo il giuramento a tenere unito il
Paese, pur offrendo una decentralizzazione all'est russofono in
rivolta. Ha inoltre rigettato "ogni compromesso" con la Russia
sulla Crimea o sull'avvicinamento all'Ue di Kiev. "L'ho detto
chiaramente in Normandia" a Vladimir Putin, ha sottolineato: Ho messo in chiaro con Putin che la Crimea resterà ucraina" e che l'Ucraina sceglie la stradadell'Europa.Terrò unita l'Ucraina", ha
sottolineato Poroshenko, che si recherà nella regione del
Donbass in un "prossimo futuro" ma si terrà lontano da
contatti con i miliziani che in quella parte dell'est
dell'Ucraina si sono autoprocamati autorità dell'area, in
particolare a Sloviansk e Donetsk. Il neo presidente ucraino ha
promesso a quelle popolazioni un processo di decentramento del
potere ma non "il sogno del federalismo". La lingua ufficiale
del Paese, ha detto, sarà l'ucraino ma verrà garantito e
tutelato la sviluppo della lingua russa: "Una nuova vita - ha
spiegato - significa che non si deve ignorare la volontà
popolare e una vita libera significa anche la possibilità di
parlare liberamente nel proprio linguaggio nativo".
Tra le proposte avanzate per una uscita dalla crisi vi sono
l'amnistia e un passaggio sicuro per i miliziani russi che
vorranno rientrare in patria. "La garantirò (l'amnistia,
ndr.)", ha sottolineato Poroshenko, "a coloro che non si sono
macchiati del sangue dei militari e dei civili ucraini e non
hanno finanziato il terrorismo. I mercenari russi che vorranno
tornare a casa potranno utilizzare un corridoio sicuro: non
voglio guerra nè vendette, sebbene i grandi sacrifici fatti
dal popolo ucraino io li abbuia ben presenti ai miei occhi.
Cerco la pace e l'unità dell'Ucraina, e da qui parto per il
mio piano di pace".
Quanto al percorso europeo di Kiev, Poroshenko ha auspicato
la firma "al più presto" dell'accordo di associazione con
Bruxelles, in vista di una "piena membership nell'Unione
europea". Poroshenko ha sollecitato nuove elezioni politiche in
Ucraina e si è detto pronto a siglare con Mosca un nuovo
trattato che sostituisca il Memorandum di Budapest, risalente
al 1994. Il nuovo trattato, ha detto, "dovrebbe garantire pace
e sicurezza, compreso il sostegno militare in caso di minacce
alla nostra integrità territoriale".