I sostenitori del deposto presidente egiziano Mohammed Morsi hanno abbandonato piazza Rabaa al-Adawiya al Cairo con le mani alzate in segno di arresa. Si conclude così una lunga giornata di violenze e scontri tra la polizia e i simpatizzanti dei Fratelli musulmani. Secondo quanto riferisce la tv di Stato, il ministero degli Interni ha offerto un salvacondotto a coloro che decidano di abbandonare volontariamente il sit-in in corso dal 3 luglio a sostegno di Morsi.L'Egitto scivola ancora di più verso il caos. Il vice presidente ad interim Mohamed El Baradei si è dimesso dopo le violenze politiche scoppiate in Egitto. «Presento le dimissioni dalla carica di vicepresidente e chiedo a Dio l'altissimo che preservi il nostro caro Egitto da tutto il male, e che soddisfi le speranze e le aspirazioni del popolo», ha scritto il premio Nobel per la pace in una lettera inviata al presidente Adli Mansour, in cui El Baradei osserva polemicamente che «c'erano opzioni pacifiche per risolvere la crisi». Secondo quanto riferito dal quotidiano al-Ahram, anche i vice premier Hossam Eissa e Ziad Bahaa El-Din hanno presentato le loro dimissioni in segno di protesta.
All'alba l'inizio dello sgomberoPolizia e militari sono intervenuti all'alba di mercoledì con lacrimogeni e bulldozer, per sgomberare le piazze di Rabaa e
Nahda che nelle scorse settimane sono diventate il simbolo della protesta contro la deposizione del presidente Mohamed Morsi. Difficile ricostruire l'esatta dinamica degli scontri. Secondo il governo sarebbero stati i manifestanti a sparare per primi contro la polizia. I Fratelli musulmani denunciano invece che polizia e esercito avrebbero ucciso migliaia di persone nel raid contro i manifestanti pro-Morsi. Il bilancio ufficiale, fornito dal ministero della Sanità, parla di 149 vittime e di oltre 500 feriti. Ma per i Fratelli Musulmani le vittime sarebbero addirittura duemila. Il ministero dell'Interno ha inoltre reso noto di aver arrestato più di 540 «facinorosi», una parte dei quali era in possesso di armi bianche, mitragliatori e munizioni. In un comunicato il ministero fa sapere di contrastare gruppi di “terroristi” in tutti i governatorati del Paese. Al tragico bilancio del Cairo si aggiungono anche 9 persone decedute negli scontri scoppiati nella provincia di Fayoum, a sud della capitale, tra le forze di sicurezza e i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi, che avevano assediato almeno due commissariati di polizia e dato fuoco ad alcune auto. Altre cinque persone sono morte a Suez dopo un tentato assalto agli edifici governativi. Ad Alessandria d'Egitto un gruppo di sostenitori di Morsi (secondo quanto riferito dalla Tv di stato) ha assaltato il centro culturale della biblioteca, in città sono almeno 10 le vittime.
Proclamato lo stato d'emergenzaLa paralisi, nel Paese, è quasi completa. Il governo ha infatti dichiarato lo stato d'emergenza in tutto il Paese e che durerà per almeno un mese. Per tutto questo lasso di tempo sarà in vigore anche il coprifuoco (dalle 19 alle 6 del mattino) in tutti i governatorati egiziani, compreso Il Cairo, Giza e Alessandria. Gli Stati Uniti si oppongono in modo fermo alla dichiarazione dello stato d'emergenza. «La violenza a cui abbiamo assistito va nella direzione sbagliata, è arrivato il momento che il governo egiziano vada nella direzione del rispetto dei diritti umani». Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, parlando con i giornalisti a Marthàs Vineyard dove Barack Obama è in vacanza.
Giornalisti nel mirinoDurante la lunga giornata di scontri al Cairo hanno perso la vita anche due giornalisti. Si tratta di Mick Deane, 62 anni, cameraman di Sky News, ucciso nella mattinata di mercoledì da colpi d'arma da fuoco. Oltre all'operatore della britannica, anche una giornalista egiziana è rimasta uccisa negli scontri al Cairo. Secondo il sindacato locale dei giornalisti e il quotidiano "Gulf News", la vittima, Habiba Ahmed Abelaziz, 26 anni,è stata raggiunta da un colpo d'arma da fuoco a Rabaa al-Adawiya. La ragazza lavorava per “Xpress”, media che appartiene al gruppo di “Gulf News”, ma non era in piazza per lavoro. Asmaa Waguih, fotoreporter dell'agenzia Reuters, è stato colpito a una gamba mentre documentava le operazioni di sgombero da parte delle forze di sicurezza.