Venite! I cristiani di qui hanno bisogno di pellegrini che portino la loro solidarietà. Anche noi, al Caritas Baby Hospital, stiamo registrando un calo del passaggio dei pellegrini. E quando chiediamo perché tanti non vengono, ci viene risposto: “Per paura”. Ma non c’è da aver paura. È tranquillo». Nelle parole suor Donatella Lessio, religiosa elisabettina, da molti anni impegnata presso il Caritas Baby Hospital di Betlemme, l’ultimo vibrante appello che arriva dalla Terra Santa. Il calo è legato all’incidenza dell’attualità drammatica legata alle persecuzioni di cristiani in Medio Oriente e alla tensione sul fronte israelo- palestinese che ha appena conosciuto un nuovo picco dopo l’incendio criminale che venerdì è costato la vita a un neonato palestinese in Cisgiordania. Ma i pellegrini non hanno nulla da temere, ha spiegato pure padre Pierbattista Pizzaballa, Custode della Terra Santa: «Non c’è alcun ragionevole motivo per non organizzare un pellegrinaggio nei Luoghi Santi. La sicurezza nei santuari e nelle zone frequentate dai pellegrini è garantita. E noi cristiani di Terra Santa abbiamo bisogno più che mai della presenza e del sostegno dei pellegrini che si recano qui in preghiera da ogni parte del mondo». I timori diffusi non possono prevalere sulla testimonianza di fede apportata dai pellegrini, che appare ancor più simbolica proprio in questa fase di sofferenza per i cristiani d’Oriente, aggiunge il Custode: «Proprio per salvaguardare questa presenza (e se possibile rafforzarla) invito una volta di più le diocesi, le parrocchie e i movimenti a non abbandonarci, ed anzi a lavorare perché un pellegrinaggio in Terra Santa sia una testimonianza di pace e di dialogo». Da gennaio a maggio, ci sono state 283mila presenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2014, secondo i dati dell’Istituto centrale di statistica israeliano. Particolarmente significativo è il dato dei pellegrini italiani, in calo del 46% rispetto all’anno scorso: ovvero, 28mila in meno rispetto ai 64 mila del 2014. Mentre è del 27% il calo rispetto al 2013. In termini assoluti, solo Russia e Germania hanno registrato contrazioni superiori, con rispettivamente 45mila e 37mila presenze in meno.