Cinque islamici nordafricani sono stati arrestati all’alba di ieri a Londra con l’accusa di preparare un attentato contro il Papa durante la visita in Gran Bretagna. Un sesto presunto terrorista è finito in manette nel primo pomeriggio. I primi cinque - alcuni sono algerini, tutti sono incensurati, di età compresa tra i 26 e i 50 anni - sono stati arrestati alle 5.45 in un ufficio di Marylebone dove erano al lavoro e condotti in un commissariato della capitale inglese per essere interrogati, mentre Scotland Yard perquisiva le loro abitazioni nelle zone nord ed est della città. Sono «sospettati di commissione, preparazione o istigazione ad atti di terrorismo», ha spiegato un funzionario di polizia. Si tratta di dipendenti di un’agenzia di pulizie - la multinazionale Veolia Environmental Services, presente anche in Italia - che ha un appalto con il City Council di Westminster, l’area in cui il Papa è stato ieri pomeriggio.Chiltern Street, la strada dove sono stati compiuti gli arresti, è ai margini della zona di Edgware Road, dove vive una delle più numerose e vivaci comunità islamiche di Londra. Poco distante, a Park Road, c’è anche la Moschea di Regent’s Park, una delle più grandi d’Europa (ospita oltre 5.000 fedeli), con un centro di cultura islamica. Edgware Road è nota come ’Piccola Beirut’. Questa zona è anche una meta turistica: la stazione di Baker Street è vicinissima ai luoghi dove visse nella realtà romanzesca Sherlock Holmes e al museo delle cere di Madame Tussauds.La notizia degli arresti ha iniziato a circolare in contemporanea all’operazione antiterrorismo: è uscita prima sul sito del Guardian, quindi sul Daily Telegraph, mentre la polizia informava il Santo Padre, trovandolo «tranquillo». Questo è stato anche il commento del direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, dopo gli arresti: «Siamo pienamente fiduciosi nella polizia, non è necessario cambiare il programma. Il Papa è felice per questo viaggio». Quindi, ha aggiunto: «La polizia prende le misure necessarie, la situazione non è particolarmente pericolosa». Con questa chiosa: «a Sarajevo lo era molto di più».I vescovi britannici ostentano fiducia: il Papa e il pubblico che segue la sua visita in Gran Bretagna sono «al sicuro», ha detto un portavoce della Conferenza Episcopale Britannica. «Abbiamo piena fiducia nell’operazione di sicurezza per proteggere il Papa e il pubblico. Il Papa sta avendo una visita meravigliosa, ed è ricevuto con calore ovunque va», ha aggiunto. Insomma, la visita papale prosegue come vuole Benedetto XVI, il quale «è felice per questo viaggio ed è calmo», ha precisato padre Lombardi rammentando che il pontefice in aereo aveva spiegato di apprestarsi a questa visita con «gioia» e «coraggio». La polizia britannica, dal canto suo, ha spiegato che «in seguito agli arresti le disposizioni di sicurezza per la visita papale sono state revisionate e siamo soddisfatti, il nostro servizio di sicurezza è appropriato». Nella sua prima visita nel Regno Unito, il Pontefice si sposta a bordo di una macchina antiproiettile costruita su misura e circondata da funzionari della sicurezza. Misure motivate dalle preoccupazioni dei servizi di sicurezza locali: il capo del MI5 aveva detto nei giorni scorsi che un gruppo di dissidenti irlandesi, contrari al controllo britannico nell’Irlanda del Nord, avrebbe potuto organizzare degli attacchi e che anche gli attentati di al-Qaeda sono in crescita. L’ultimo grave attentato in terra inglese è del luglio 2005, quando quattro giovani islamici di nazionalità britannica hanno ucciso 52 persone, ferendone centinaia, negli attacchi suicidi contro tre treni della metropolitana e su un autobus a Londra.