Papa Francesco, a margine dell'Udienza
Generale, ha ricevuto l'ex ministro cristiano pakistano Paul
Bhatti e sua madre. Bhatti tre anni fa perse il fratello
Shahbaz ucciso dagli integralisti islamici. Avere la vicinanza
del Pontefice è per i cristiani perseguitati "chiaramente un
momento di grande conforto", afferma a Radio Vaticana. "Credo
che sia una delle cose più importanti - sottolinea - perchè
sono perseguitati a causa della loro fede. E la fede è una
cosa che ci lega tutti quanti, ci unisce tutti. La Madre Chiesa
è una sola e Papa Francesco è, diciamo, la forza suprema.
Quindi la sua vicinanza, il suo amore e la sua preghiera
chiaramente sono di grande incoraggiamento per tutti quanti.
Noi, infatti, viviamo per la nostra fede e per questo
tantissimi di noi sono disposti a vivere e morire per la nostra
fede". "Per me è stata una grande emozione,
non solo per aver visto il Santo Padre, che ho visto già altre
volte, quanto per averlo visto insieme a mia madre", continua
spiegando che per la donna era un "grande desiderio"
incontrarlo per condividere "alcuni suoi pensieri". "Il suo
primo pensiero - aggiunge - è stato che lei vuole pregare per
questo Papa, che sta facendo un buonissimo lavoro per tutti i
cristiani del mondo, e in maniera particolare per i cristiani
che sono perseguitati in questo momento, specialmente in Iraq e
in Pakistan".
"Ho visto il Santo Padre commosso; ho visto che non aveva
parole e ha abbracciato mia madre, le ha stretto la mano e mi
ha detto che lui ci è vicino e pregherà per noi", conclude
Bhatti.