(Ansaweb)
Una «visita di cortesia» al presidente Bashar al-Assad dopo quella di una delegazione di Damasco, lo scorso novembre in Vaticano, per la creazione a cardinale del nunzio Mario Zenari.
È lo stesso cardinale, nunzio in Siria, a confermare ad Avvenire l’incontro con Assad e la consegna di un messaggio di Francesco al leader di Damasco.
Una lettera di Francesco, fa sapere la sala stampa del Vaticano, per dare un segnale di «particolare affetto per l’amato popolo siriano», duramente provato in questi ultimi anni. Un nuovo appello – dopo quello deciso e accorato durante l’Angelus di domenica in piazza San Pietro – rivolto al presidente Assad e alla comunità internazionale per «porre fine alle violenze», trovare una «soluzione pacifica delle ostilità» condannando «ogni forma di estremismo e di terrorismo da qualsiasi parte esse provengano».
Bergoglio – afferma la Sala stampa vaticana – chiede pure al presidente siriano di «assicurare che il diritto internazionale umanitario sia pienamente rispettato» in particolare per quanto riguarda la «protezione dei civili e l’accesso degli aiuti umanitari». Un incontro fra il cardinale Zenari e il presidente Assad confermato pure da Damasco che, nella nota consegnata all’agenzia ufficiale Sana, sottolinea la «condanna del Vaticano di ogni forma di estremismo e terrorismo» – termine quest’ultimo con cui il governo siriano indica tutte le forze di opposizione – e la richiesta da parte di Bergoglio di «moltiplicare gli sforzi di tutti per mettere fine alla guerra in Siria e ripristinare la pace». Nel faccia a faccia, immortalato da una foto pubblicata sul sito dalla Sana, il presidente siriano si è complimentato per la promozione del nunzio Mario Zenari, un nomina definita «senza precedenti» e che per l’agenzia siriana «ribadisce la grande importanza che il Papa accorda alla Siria e al suo popolo».
Un incontro confermato ad Avvenire dallo stesso cardinale Mario Zenari, rientrato in Siria pochi giorni dopo la sua creazione a cardinale e in costante contatto con la Santa Sede. La lettera, recapitata personalmente dal rappresentante vaticano, potrebbe essere stata consegnata da papa Francesco al suo diplomatico poche settimane fa a Roma, nei giorni in cui venivano creati i 17 nuovi cardinali.
Un testo che il cardinale Zenari «non commenta», anche se pare evidente, quanto ai contenuti, il riferimento a quanto affermato solo poche ore prima, con forza, da Jorge Bergoglio a piazza San Pietro. Nel dopo Angelus, domenica 11 dicembre, un nuovo messaggio di papa Francesco, vicino ogni «soprattutto nella preghiera» alla popolazione civile sotto assedio nella seconda città siriana: «Non dobbiamo dimenticare che Aleppo è una città, che lì c’è della gente: famiglie, bambini, anziani, persone malate…», ha esclamato il Papa. «Purtroppo – ha aggiunto – ci siamo ormai abituati alla guerra, alla distruzione, ma non dobbiamo dimenticare che la Siria è un Paese pieno di storia, di cultura, di fede». Un enorme patrimonio che «non possiamo accettare che questo sia negato dalla guerra, che è un cumulo di soprusi e di falsità». Da qui l’appello di Bergoglio «all'impegno di tutti, perché si faccia una scelta di civiltà: no alla distruzione, sì alla pace, sì alla gente di Aleppo e della Siria».