Asia Bibi è più “sicura” in carcere che da libera. Proprio ora che per la donna cristiana pachistana si aprono spiragli per una liberazione prossima ventura. È questo il drammatico paradosso che attanaglia la vita della 37enne madre di quattro figli, la prima donna condannata a morte in Pakistan in nome della legge sulla blasfemia in vigore dal 1986 nel Paese islamico. Il tutto mentre il governatore del Punjab, Salman Taseer, assicura alla
Cnn che il presidente Asif Ali Zardari «concederà la grazia».La tensione però monta. A denunciarlo da Islamabad è Tahira Abdullah, un’attivista musulmana impegnata per i diritti umani. Tahira, parlando all’agenzia
Fides, ha spiegato come se «il presidente (Zardari, ndr) le concederà la grazia, Asia Bibi sarà scarcerata ma la sua vita sarà in estremo pericolo. I leader islamici radicali vorranno farsi giustizia da soli». E proprio ieri, intervenendo a Roma in Parlamento, il vescovo di Faisalabad, Joseph Coutts, ha spiegato che, anche da un punto di vista procedurale, «sarebbe meglio celebrare il processo all’Alta Corte per dimostrare che Asia Bibi è innocente. La grazia presidenziale non prova la sua innocenza».Dal Pakistan intanto giungono notizie preoccupanti: gli avvocati del distretto di Nankana, nella provincia del Punjab, la regione dove è detenuta Asia Bibi, hanno compiuto uno sciopero generale dopo che il governatore Taseer ha fatto visita alla cristiana condannata e ha confermato la sua non colpevolezza. Inoltre, i legali della zona hanno tenuto un’assemblea in cui è stato approvato all’unanimità una risoluzione che intima all’esecutivo di non rilasciare Asia Bibi. «Nel caso in cui ciò avvenisse, tutte le associazioni di avvocati del Paese – si legge nel documento reso noto dal quotidiano di Lahore
The Nation – protesteranno contro tale decisione. A questa donna è stato fatto un regolare processo». Intanto la diplomazia italiana si sta muovendo, con l’interessamento dell’ambasciatore italiano a Islamabad, Vincenzo Prati.
Lorenzo FazziniIL CARDINALE BERTONE: VENGA LIBERATAPRESTO MISSIONE A ISLAMABAD DI TAURANIl Segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, ha rivolto ieri un appello affinché Asia Bibi venga liberata al più presto. «Noi speriamo che questa credente cristiana che ha già sofferto tanto venga liberata», ha detto Bertone a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico 2010-2011 della Pontificia università lateranense. Il Segretario di Stato ha parlato anche di una imminente missione in Pakistan del presidente del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, cardinale Jean-Louis Tauran, per sensibilizzare sul tema il governo pachistano. «Noi sappiamo – ha spiegato Bertone – che in Pakistan c’è un ministro per le minoranze con il quale abbiamo parlato e con il quale parlerà anche il cardinale Tauran in un imminente viaggio». Il Segretario di Stato ha anche spiegato che sia da parte del Vaticano sia da parte di numerosi governi «è stato posto il problema» della abrogazione della legge sulla blasfemia, vigente in Pakistan, «proprio perché i cittadini e tra questi i credenti cristiani non possono essere accusati di reati che non hanno consistenza».