lunedì 23 agosto 2010
Kamikaze attaccano una moschea: l'attentatore suicida ha provocato la morte di 26 fedeli. Bombe contro un bazar e una jirga. I gruppi estremisti avevano interrotto le azioni nelle scorse settimane, a causa delle alluvioni.
- Sul paese lo spettro della fame e delle malattie
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La violenza dell’acqua – che da settimane sferza il Paese, da Nord a Sud – non ha fermato l’altra violenza, quella dell’uomo. La furia taleban ha ripreso a colpire, ieri, in tre agguati a distanza di poche ore. Che hanno fatto, in totale, una quarantina di morti e diverse decine di feriti. Sono i primi attentati dalla “tregua” annunciata dagli integralisti in occasione della catastrofe. Gli estremisti usano una doppia strategia. Da una parte, le associazioni caritative islamiste – “volto presentabile” del radicalismo –, usano gli aiuti per fare proseliti. Dall’altra, i gruppi armati ricorrono al terrore per sottomettere la popolazione. In situazioni normali, propaganda e violenza convivono. In occasioni particolari – le inondazioni, appunto – gli integralisti avevano, finora, enfatizzato la prima. Senza dimenticare le bombe. Che, ieri, hanno ripreso ad esplodere. La prima durante una “jirga” (assemblea tribale), a Khomta, nel distretto nordoccidentale di Kuramm. L’ordigno è scoppiato mentre alcune decine di persone erano riunite per definire la proprietà di una scuola. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stata azionata a distanza. La deflagrazione ha ucciso ben sette persone, tra cui l’insegnante che coordinava l’incontro. Poche ore dopo, un kamikaze ha insanguinato Kama, città del Waziristan, una delle roccaforti degli insorti. L’attentatore si è fatto esplodere nell’affollata moschea del quartiere di Bazar. I fedeli erano accorsi per ascoltare il sermone di Maulana Noor Mahammad, ex deputato e nemico dei militanti islamici. Da poco, l’uomo aveva criticato con toni aspri la penetrazione di gruppi integralisti “esterni” nella zona sotto controllo taleban. Era lui l’obiettivo del kamikaze. Insieme al politico sono morte altre 25 persone, alcune decine sono state ferite. La maggior parte in modo grave. Infine, gli integralisti hanno colpito Peshawar. Stavolta hanno optato per un agguato indiscriminato organizzato nel centrale bazar Matni. Qui, mentre le persone facevano le compere, un ordigno è scoppiato uccidendo quattro giovani. Altri sette sono stati feriti. Tra loro ci sono tre bambini.La violenza dilaga nel Paese. Per il governo Zardari si fa sempre più difficile arginarla. Ad esasperare la situazione contribuiscono le stragi di civili frutto di errori dell’Isaf. Ieri, l’ultimo tragico esempio: un drone Usa ha colpito sette civili, 4 donne e tre bambini, in un raid contro i taleban. Al terrore “organizzato” poi, si aggiungono esplosioni spontanee di rabbia. Come ha dimostrato il linciaggio di due ragazzini, scambiati per errore per ladri, da parte di una folla inferocita. Sotto gli occhi della polizia. La tragedia è avvenuta a Sialkot, in Punjab, il 15 agosto. La tv, però, ne ha diffuso le immagini due giorni fa. L’esecutivo ha chiesto alle autorità di usare la mano dura per impedire che episodi simili si ripetano.
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