È un esodo biblico, secondo solo a quello che nel 1947 diede origine allo stesso Pakistan: sono almeno mezzo milione quelli che hanno lasciato le loro case per sfuggire all'offensiva lanciata martedì scorso dall'esercito pakistano nella valle occidentale dello Swat contro i talebani. Ma solo solo oggi sono stati almeno centomila quelli che hanno approfittato di una sospensione del coprifuoco decisa dall'esercito proprio per facilitare l'esodo: per 9 ore la popolazione civile ha potuto mettersi in cammino lasciando le Mingora, Kambar e Rahimabad. «È il giorno dell'Apocalisse» ha detto un corrispondente della
Bbc. Ammassati su rari autobus o a dorso d'asino ma la maggioranza semplicemente a piedi, gli abitanti delle città si sono diretti verso Peshawar. Il loro destino è quello di essere accolti in campi profughi che, secondo quanto riportato dalla
Cnn, ospitano in condizioni impossibili già mezzo milione di persone. «Portano quello che possono, si vendono le macchine per racimolare un pò di denaro e si mettono in cammino - ha riportato un giornalista di al Jazira - Anche famiglie rispettabili, che vivevano in grandi case, si sono trasformate in sfollati: profughi nella loro stessa terra».Alla riattivazione del coprifuoco, alle 15 locali, l'esercito - secondo l'emittente satellitare panaraba - ha invitato chi è rimasto nella zona ad unirsi alla «guerra contro i talebani». Guerra che ha andamento soddisfacente, dal punto di vista militare. «Nel corso delle ultime 24 ore tra 180 e 200 insorti sono stati uccisi in differenti località delle regioni di Swat e Shanglas dalle forze di sicurezza», ha detto un portavoce delle forze armate, ovvero migliaia di soldati che, appoggiati dall'aviazione (e col sostegno politico Usa), sono impegnati in quella che una volta era una stazione sciistica di prim'ordine con l'ordine di "eliminare" i talebani che da lì si erano spinti fino a un centinaio di chilometri da Islamabad.