Cinque bombe a bassa intensità sono state trovate lungo un binario nello stato orientale dell'Orissa. Secondo quanto riferisce l'agenzia Pti, il traffico ferroviario è stato sospeso per oltre un'ora sulla linea Calcutta-Mumbai. Sul posto, situato nel distretto di Jharsuguda, sono arrivate le squadre di artificieri per rimuovere l'esplosivo che secondo la fonte è usato anche per le celebrazioni festive.Il ritrovamento è avvenuto all'indomani della sciagura ferroviaria nel Bengala Occidentale attribuita alla guerriglia maoista. Il bilancio della sciagura continua ad aumentare. I soccorritori hanno estratto finora 110 corpi, ma si teme che altre decine di cadaveri siano ancora intrappolati nelle lamiere accartocciatedei vagoni ferroviari. Il Times of India riferisce che "i morti totali potrebbero essere oltre 150". Secondo quanto riferito dalla polizia, una cinquantina di passeggeri mancano all'appello e potrebbero essere dentro una delle carrozze rese irriconoscibili a causa dello scontro con un pesante treno merci sopraggiunto in un secondo momento quando il treno espresso Calcutta-Mumbai era già uscito fuori dai binari.Mentre continuavano le operazioni di soccorso, si sono scatenate le polemiche politiche. La causa della sciagura non è stata accertata, ma la pista maoista è quella più accreditata. Il luogo dove è avvenuto l'incidente confina con l'area di Jhargram controllata dalla guerriglia comunista. Il ministro delle ferrovie, Mamata Banerjee, ha detto che il binario è stato fatto saltare con dell'esplosivo, ma non ha incolpato per questo i maoisti. Una tesi che contraddice quella della polizia secondo la quale gli attentatori hanno sbullonato un giunto del binario. Da parte sua, il sottosegretario agli Interni G.K. Pillai ha detto che "probabilmente" è opera dei maoisti, ma che le indagini sono in corso. La stampa indiana all'unisono ha puntato il dito contro i ribelli. Parlando ai giornalisti a Calcutta, Banerjee ha poi dichiarato che la tragedia "è un complotto politico" per screditare il suo partito alla vigilia di elezioni municipali previste domenica. La leader politica, considerata filo-maoista, è un'acerrima rivale del primo ministro comunista Buddadeb Battarcharjee che guida lo stato del Bengala Occidentale.
Pakistan.La setta Ahmadi ha chiesto al governo pachistano più protezione per i suoi fedeli dopo l'attacco a due moschee di Lahore costato la vita a 93 persone, secondo un bilancio aggiornato, che tiene conto della morte di 13 feriti durante la notte. A quanto riferisce il quotidiano Dawn, un portavoce della setta, dagli Stati Uniti, ha accusato le autorità di Islamabad di non garantire adeguata protezione alla piccola minoranza, che è considerata eretica dai mussulmani sunniti. L'attentato di venerdì contro la comunità Ahmadi è stato condannato tra gli altri anche dall'Onu e da difensori di diritti umani come Asma Jahangir, la presidente della Commissione pachistana per i diritti umani. "I rappresentanti di questa minoranza religiosa sono continuamente sottoposti a minacce, discriminazioni e violenze in Pakistan", si legge in un comunicato.Intanto sabato si sono tenuti i funerali delle vittime, sepolte in un cimitero a Rabwa, città a nordovest di Lahore, dove sorge la sede della comunità. Il ministro degli interni Rehma Malik ha detto di aver allertato in passato la provincia del Punjab circa minacce rivolte contro la minoranza, che in Pakistan è classificata come "non musulmana". Il duplice attacco ai luoghi di culto è stato rivendicato dal principale gruppo talebano pachistano attivo nelle regioni tribali a ridosso della frontiera afghana, il Therik i-Taliban Pakistan (TTP).