Sharbat Bibi all'epoca dello scatto aveva solo 12 anni e viveva in un campo profughi a Peshawar in Pakistan
E' stata negata la libertà a 44enne Sharbat Bibi, la rigìfugiata afghana resa celebre dalla copertina del National Geographic. Il giudice di Lahore in Pakistan non ha motivato ancora il rifiuto della concessione della libertà su cauzione. I legali pachistani della "Ragazza dagli occhi verdi” ne chiedevano la liberazione perché malata. Intervenendo ieri in udienza, gli avvocati avevano spiegato che la donna è affetta da epatite C, è madre di quattro figli ed è l'unica in grado di provvedere con il suo lavoro al loro mantenimento. Uno degli avvocati aveva anche ricordato che Sharbat Bibi è stata arrestata a Peshawar il 26 ottobre mentre stava per ritornare in Afghanistan, allorché il governo aveva fissato per quanti fossero in possesso di carte di identità pachistane illegali il 30 ottobre come data limite per la loro restituzione.
La «maledizione» di essere famosa
Così Sharbat ha scoperto per l'ennesima volta nella sua vita quanto è duro essere donna in Pakistan, lo è ancora di più se sei profuga e, peggio ancora, se sei anche “famosa”. Se il tuo volto, i tuoi occhi sono diventati un simbolo, un'immagine da copertina del National Geographic. Se per tutti sei "La ragazza afghana" ritratta in una delle foto più famose al mondo. Ma ciò non basta per sfuggire al carcere. O meglio: forse anche proprio per questo finisci in manette. Per un accusa come quella di falsificazione del Documento nazionale di identità computerizzato (Cnic) pachistano: un reato commesso da migliaia di sfollati che per avere quel po' di aiuti umanitari devono prima avere un'identità. Già alla fine di febbraio 2015 i documenti di identità concessi a Sharbat Bibi (che oggi ha 44 anni) e a due suoi presunti figli erano stati annullati perché ritenuti falsi. Una vicenda che era già stata raccontata mesi fa e per la quale si era mobilitato anche il governo di Kabul. Ma sembra non sia bastato.
Il celebre scatto
Nel 1984 il fotografo Steve McCurry scattò la celebre immagine di Sharbat, allora 12enne, in un campo profughi di Peshawar dove era appena arrivata. La ragazza divenne famosa come la “Monna Lisa della guerra afghana”: la posa infatti, inevitabilmente, riporta all'immagine del celebre dipinto di Leonardo. Diciassette anni dopo, nel 2002, il reporter ritornò in Pakistan per cercare la giovane, rimasta anonima. La ritrovò sposata e con tre figli nel campo profughi di Nasir Bagh. Nel nuovo scatto, pubblicato sul National Geographic, comparve con gli stessi occhi verdi magnetici che la resero famosa in tutto il mondo. Una "maledizione" forse, come il fatto di essere vittima e profuga per una vita intera.