«I palestinesi meritano uno Stato loro». Lo ha detto oggi il presidente americano Barack Obama durante la storica conferenza stampa congiunta a Ramallah con il presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas. «I palestinesi meritano la fine dell'occupazione, meritano di poter vivere in dignità, meritano di potersi muovere in sicurezza, meritano un futuro di libertà», ha affermato Obama.
Il secondo giorno in IsraeleÈ cominciato con quattro razzi sparati dalla Striscia di Gaza verso il Neghev israeliano la seconda giornata del presidente americano Barack Obama in Medio Oriente. Giornata in cui incontra il presidente palestinese Abu Mazen a Ramallah e in cui parlerà agli israeliani, nel pomeriggio, con un discorso pronunciato all'Università di Gerusalemme.In Cisgiordania, dove è giunto tra imponenti misure di sicurezza in elicottero da Gerusalemme, Obama è stato accolto da manifestazioni di protesta, con un corteo di un centinaio di attivisti diretti verso il palazzo della Muqata disperso dalla polizia palestinese. Le proteste sono riferite con grande risalto dalla stampa palestinese, mentre per l'occasione l'Olp ha diffuso un filmato in cui ripercorre le tappe di decenni di negoziati, rivelatisi sterili almeno in parte. «Non abbiamo bisogno di altri 20 anni di negoziati», afferma l'Olp, in un implicito messaggio ad Obama. «Occorre invece una chiara volontà politica per realizzare le risoluzioni dell'Onu e quanto stabilito dal diritto internazionale». Nel pomeriggio Obama sarà impegnato in quello che, ai suoi occhi, è l'appuntamento principale di questo viaggio: un discorso a Gerusalemme, di fronte a centinaia di studenti universitari, con un appello diretto a tutti gli israeliani. Sempre oggi il presidente Usa vedrà al Museo Israel di Gerusalemme i Rotoli del Mar Morto e una mostra sulle innovazioni tecnologiche israeliane del 21esimo secolo. In serata sarà ospite del Capo dello Stato Shimon Peres.
La magnolia ai raggi xNeanche la magnolia arrivata direttamente dai giardini della Casa bianca è sfuggita ai rigidi controlli israeliani. L'albero che era stato piantato dal presidente Usa, Barack Obama e dal presidente israeliano, SHimon Peres, nei giardini della residenza presidenziale a Gerusalemme è stato spiantato per verificare la presenza di parassiti: tornerà al suo posto solo una volta accertato che non ospita sgraditi intrusi. In Israele è vietato introdurre vegetazione dall'estero senza una quarantena e l'albero portato direttamente da Obama sull'Air Force One non era stato sottoposto ad alcun controllo al suo arrivo, prima di essere portato a Gerusalemme.