"Una violenza mostruosa e inaccettabile, che viola ogni standard di normale decenza": alle cinque della sera di Washington, quando in Libia era mezzanotte, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha usato queste parole per definire quanto sta accadendo nel Paese nordafricano.Nella sua prima dichiarazione da quando la crisi è cominciata, Obama ha detto che la violenza "deve" essere fermata, e ha fatto appello alla comunità internazionale per un intervento coordinato e concordato. Al suo fianco, il segretario di Stato, Hillary Clinton, che - ha annunciato Obama - lunedì sarà a Ginevra per incontrare altri ministri degli Esteri, per valutare un'azione comune.Quanto sta avvenendo in Libia, ha detto Obama, è "offensivo e inaccettabile, e la violenza deve essere fermata ora". "Non è vero", come riferito da alcune fonti in Libia, che ci sono gli Stati Uniti o altri poteri stranieri dietro alle violenze. Semmai è vero il contrario, e cioè che le violenze in Libia sono condotte da persone presenti "nella regione". Quanto sta accadendo in Libia è l'umanissima aspirazione degli esseri umani "ad essere trattati da essere umani". È banalmente questo che in Libia "sta portando al cambiamento", ed è in nome di questo "diritto" che le violenze "devon" essere fermate.Obama nella sua dichiarazione non ha mai fatto il nome di Gheddafi. Ha invece precisato che gli Stati Uniti si stanno coordinando con la comunità internazionale "per mettere a punto una serie di misure appropriate", ma non ha mai parlato di "sanzionì. Quello lo avevano fatto, in precedenza, sia il portavoce della Casa Bianca, Jay Carey, sia il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley: "Continuiamo a lavorare con l'Onu - aveva detto Carey - e stiamo esaminando una serie di opzioni, comprese le sanzioni". Quali possano essere gli Stati Uniti non lo hanno precisato, ma Crowley nel suo briefing al Dipartimento di Stato non aveva escluso che possano essere congelati i beni di proprietà di Gheddafi o del governo libico. "È tra le opzioni che stiamo prendendo in considerazione" aveva detto.Obama vuole una risposta coordinata. Da un lato è consapevole che Gheddafi è ormai completamente isolato; dall'altro il presidente americano è attento a evitare di dare l'impressione di voler imporre la sua voce. Per questo nella sua dichiarazione ha sottolineato che gli Usa sono al fianco tanto del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che ieri ha espresso "unanime condanna per la continua violazione dei diritti umani" in Libia. Posizione analoghe - ha ricordato Obama - sono state espresse dall'Unione Europea, dalla Lega Araba, dall'Unione dei Paesi Africani.È il mondo intero che condanna Gheddafi, ma Obama quel nome non ha voluto neppure pronunciarlo. "La nostra priorità in queste ore è stata quella di proteggere gli americani, e di procedere con le evacuazioni necessarie" ha detto il presidente. Ora "l'indecente violenza deve essere fermata".