Inizia oggi ufficialmente la
visita di Barack Obama in
Etiopia, la prima di un presidente
americano nel secondo Paese più popoloso del continente africano,
sede dell'Unione africana. Giunto ieri sera dal
Kenya, Obama
avrà incontri bilaterali con il presidente Mulatu Teshome e il
premier Hailemariam Desalegn, mentre domani si rivolgerà a tutto
il continente, con un intervento davanti all'Unione africana.
La lotta al terrorismo. Come nella tappa in Kenya, la visita sarà incentrata sulla lotta
al terrorismo, a fronte dell'impegno di Addis Abeba contro i
jihadisti Shebab, con circa 4.400 uomini dispiegati nell'ambito
della forza africana presente in Somalia (Amisom).
La questione dei diritti umani. Ma Obama è
giunto nel Paese a due mesi dalle elezioni che hanno confermato
al potere la coalizione di governo con il 100% dei voti.
L'opposizione ha accusato i partiti al potere di aver fatto
ricorso a tattiche autoritarie per garantirsi la vittoria, e
anche il dipartimento di Stato Usa, nel suo ultimo rapporto sui
diritti umani, ha denunciato "restrizioni alla libertà di stampa"
e "vessazioni e intimidazioni contro gli esponenti
dell'opposizione e i giornalisti".
"Invitiamo Barack Obama a parlare di diritti umani e a sostenere
le organizzazioni locali", ha chiesto Abdullahi Halakhe di
Amnesty International.
La crisi in Sud Sudan. Oggi Obama avrà anche un mini-summit dedicato alla crisi in Sud
Sudan, che vedrà coinvolti i leader di Etiopia, Kenya e Uganda,
così come il ministro degli Esteri del Sudan, Ibrahim Ghandour;
l'intento è ottenere il via libera a sanzioni più severe e a un
possibile embargo sulle armi, qualora le parti in conflitto non
accettino di firmare un accordo di pace entro il prossimo 17
agosto. Ai leader del Sud Sudan verrà fatta "l'ultima offerta",
ha sottolineato un funzionario dell'amministrazione.