martedì 3 agosto 2010
Le forze combattenti americane lasceranno il Paese entro la fine di agosto, «come promesso e come previsto», ha detto il presidente degli Stati Uniti in un discorso ai veterani. Da settembre «la missione cambierà»: i rimanenti 50mila soldati si limiteranno ad addestrare le forze irachene, sino alla fine del 2011, quando torneranno tutti a casa.
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«Stiamo facendo esattamente quello che era in programma, così come avevo promesso». Barack Obama, parlando ai veterani disabili riuniti ad Atlanta, in Georgia, conferma in modo ufficiale le tappe del ritiro delle truppe americane dall'Iraq. Ma contemporaneamente rilancia la guerra in Afghanistan, dove, afferma, si stanno facendo «progressi» contro i terroristi di Al Quaida. «Abbiamo di fronte una sfida enorme. Ma è importante - sottolinea tra gli applausi - che il popolo americano sappia che là stiamo facendo passi avanti, concentrandoci su obbiettivi chiari e raggiungibili». A quasi due anni dal suo arrivo alla Casa Bianca, Obama rivendica oggi il merito di aver mantenuto l'impegno assunto in campagna elettorale. «Ho posto fine al conflitto iracheno in modo responsabile», esclama lodando il coraggio degli ex militari.    Quindi, cerca di placare le polemiche del passato: «Nel nostro Paese ci fu un forte dibattito sulla guerra in Iraq. Ma io credo che ci sono patrioti tra chi ha appoggiato l'invio di truppe e chi si oppose a quel conflitto. Non ci sarà mai alcuna distanza tra di noi - sottolinea Obama tra gli applausi - nel momento in cui dobbiamo onorare gli americani in uniforme, e sono stati oltre un milione, che hanno combattuto in Iraq, più di ogni altro conflitto, dai tempi del Vietnam».Ora però quella storia è ormai alle spalle. Alla fine di agosto i soldati americani infatti non combatteranno più quella che è sempre stata considerata la guerra di Bush. Da settembre, assicura Obama, «la missione cambierà»: i rimanenti 50mila soldati si limiteranno ad addestrare le forze irachene, sino alla fine del 2011, quando torneranno tutti a casa.
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