martedì 15 marzo 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Se l’Europa si interroga sul futuro dell’energia atomica, l’Italia tira dritto. Il rischio di una catastrofe nucleare in Giappone spinge i governi europei a una riflessione. La Germania decide di chiudere gli impianti più vecchi e accorciare la vita degli altri. Lo stesso fa il Belgio, mentre Francia e Gran Bretagna si dicono pronte a trarre utili insegnamenti. La Svizzera frena sui progetti. E mentre a Bruxelles non si esclude la presa di misure europee di emergenza, il governo italiano ribadisce la volontà di proseguire col programma nucleare: «La linea non cambia», dice senza esitazioni il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, tra le proteste dell’opposizione. Dubbi che circolano anche nel centrodestra, visto il «no grazie» del sindaco Alemanno e della governatrice Polverini all’ipotesi di centrali nel Lazio.Alla frenata della Germania si accoda anche il Belgio: «Quello che è accaduto influenzerà la nostra riflessione sul prolungamento dell’uso delle centrali», ammette il ministro degli interni Annemie Turtelboom. Il ministro austriaco dell’Ambiente Nikolaus Berlakovich propone uno «stress-test» per verificare la resistenza delle centrali europee al consiglio dei ministri dell’ambiente della Ue. Il premier britannico David Cameron dice che «se ci sono lezioni da imparare, le impareremo». Analoga la posizione della Francia, da sempre nuclearista convinta: «Trarremo gli insegnamenti utili». Di possibili «misure di emergenza e sicurezza» a livello europeo si parlerà comunque oggi a Bruxelles nella riunione dei 27 rappresentanti europei delle autorità sul nucleare. Anche la Svizzera, che ha cinque impianti, vuole una pausa di riflessione. Berna decide di sospendere le tre procedure sulle domande di autorizzazione per nuove centrali.L’Italia non sembra avere dubbi. La linea sul nucleare «non cambia», dice Stefania Prestigiacomo. Il ministro dell’Ambiente definisce «sciacallaggio politico a fini domestici» la posizione degli antinuclearisti: «Il dibattito si deve svolgere in serenità, non condizionati da qualcosa che neppure sappiamo, perché le informazioni che arrivano dal Giappone non sono certificate». L’allarme giapponese «ha riaperto il dibattito nel modo come sempre sbagliato – dichiara Frattini – e l’Italia non ha mai immaginato di fare una centrale in zona sismica». «Il governo andrà avanti – taglia corto Brunetta – perché non si può decidere uno stop in base ad eventi ancora confusi». E la decisione tedesca? «C’è molta ipocrisia». Dove mettere le nuove centrali? «Non può esserci a priori un sito vietato – ragiona il trevigiano Sacconi – vedremo se in Veneto ci sarà una procedibilità che allo stato non sembra esserci». Il sindaco di Roma Alemanno ricorda di aver già detto col governatore Polverini «la volontà di non avere centrali nel Lazio che ha la sua autosufficienza energetica».E l’opposizione? Casini dice di «non avere cambiato idea dopo il Giappone. Non cavalchiamo le paure, niente di per sé è sicuro». Fini invita a non decidere sull’emozione perché gli impianti previsti da noi «sono molto più sicuri». Mentre il segretario de La Destra, Storace invita a «riflettere seriamente». Compatto il centrosinitra. «Siamo e saremo contro il piano nucleare», ribadisce Bersani. «Investire 30 miliardi pubblici per il 4% di di energia tra 20 anni non ha senso», ragiona la Bonino. «Un paese sismico come il nostro dovrebbe affrontare spese molto superiori», dice Rutelli. «Il nucleare sicuro non esiste, il governo si fermi o ci penseranno i referendum», taglia corto Di Pietro.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: