La macabra contabilità del
terrorismo diventa sempre più allarmante: sono state 5.042 le
vittime dei gruppi jihadisti nel mese di novembre. È quanto
emerge da uno studio realizzato da Bbc World Service e il Centro
di ricerca sulla radicalizzazione (Icsr) del King's College di
Londra, secondo cui la minaccia dei miliziani è "più forte che
mai": prima fra tutti quella dell'Is, che detiene il triste
record di organizzazione più sanguinaria.
L'Iraq resta il Paese più colpito, seguito da Nigeria,
Afghanistan e Siria. In queste quattro nazioni si concentra la
gran parte delle azioni terroristiche. Mentre
il 44% degli
attacchi è stato condotto dagli adepti dell'Is: si calcola che
siano stati loro a causate almeno 2.206 vittime.In Nigeria, il
gruppo
Boko Haram è responsabile a sua volta dell'uccisione di
801 persone in 30 attacchi.
Di tutti i 664 attentati registrati nel mese di novembre, 650
sono stati compiuti da kamikaze.
Cresce anche la minaccia rappresentata dai qaedisti di Jabhat
al-Nusra, impegnati nella guerra civile contro il regime di
Damasco in prima fila tra i ranghi dei ribelli anti-Assad, a cui
vengono attribuiti 35 attacchi che hanno causato 257 morti. I soli numeri non bastano però misurare l'intensità dei colpi
che i jihadisti portano ogni giorno alla sicurezza di molti
Paesi. "È come se gli attacchi del 7 luglio 2005 a Londra
(costati la vita a 52 persone,
ndr) si verificassero tre volte
ogni giorno, lungo tutto il mese", ha detto
Peter Neumann del
King's College. "I numeri sono sconvolgenti - ha aggiunto -
soprattutto se si pensa che tre anni fa chiunque in Occidente
diceva che era finita, al-Qaeda era in declino, sembrava
sconfitta dal punto di vista strategico".
E invece il movimento jihadista nel mondo appare più forte
che mai e con una straordinaria "potenza di fuoco".Gli studiosi
non hanno dubbi nell'affermare che l'Occidente non sia riuscito
in alcun modo a prevedere un fenomeno sempre più vasto. Ancor di
più se si pensa che la situazione sul campo cambia molto
rapidamente. Nel giro di un mese
in Siria e Libia sono sorti
nuovi gruppi e altri hanno annunciato nuove alleanze.
In futuro si prevedono peraltro sempre più probabili
conflitti fra le varie organizzazioni jihadiste per la conquista
della supremazia sui rivali.