lunedì 26 novembre 2012
​Si ripete il tragico rituale di molte domeniche nel nord della Nigeria: nell'ennesimo attacco a una chiesa cristiana sono morte 11 persone e ne sono state ferite trenta. In un altro agguato ci sono state altre 3 vittime.
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Il concistoro e i cristiani in Nigeria: la creta e il sangue di Marina Corradi
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Si ripete il tragico rituale di molte domeniche nel nord della Nigeria: nell'ennesimo attacco a una chiesa cristiana, questa volta un doppio attentato suicida, sono morte 11 persone e ne sono state ferite trenta.La dinamica varia, ma è continuo il filo rosso di sangue che lega un kamikaze a un ordigno, un assalto all'arma bianca a un incendio, in una sequenza che sta assumendo i connotati di un genocidio contro i cristiani del nord, spesso rivendicato, a volte attribuito, agli integralisti del gruppo Boko Haram.Ieri l'obiettivo è stata la chiesa protestante di St Andrew, all'interno di un compound militare nella città di Jaji (Stato settentrionale di Kaduna) dove la regia del terrore ha colpito con sinistra precisione. Una Kia imbottita di esplosivo e guidata da un kamikaze è stata lanciata contro l'edificio esattamente al termine del servizio religioso. Quando, subito dopo la deflagrazione, si sono scatenati confusione e panico tra fedeli e militari, una seconda vettura, una Toyota Camry, è stata fatta esplodere nello stesso luogo, a distanza di 10 minuti. Il bilancio è di 11 morti e trenta feriti. Altri tre cristiani sono stati uccisi in un agguato mentre andavano a messa a Kano, sempre nel nord, già teatro di decine di attacchi contro i cristiani. Un portavoce dell'esercito nigeriano, il generale Bola Koleoso, ha confermato il numero delle vittime: "undici persone, in maggioranza fedeli, sono state uccise, e trenta feriti sono stati ricoverati in vari ospedali". Non è chiaro come abbiano fatto i kamikaze a penetrare nell'area militare, dove alle consuete misure di sicurezza si erano aggiunti controlli rafforzati, ma Boko Haram, o gruppi ad esso vicini, hanno colpito senza sbagliare. Per i miliziani integralisti, il cui nome in lingua hausa - popolazione del nord del Paese  - significa  'l'educazione occidentale è peccatò, il bilancio della guerra anti-cristiana ha il sapore di una vittoria: oltre 3mila morti dal 2009 secondo Human Rights Watch, e la peggiore minaccia alla sicurezza interna. Per la Nigeria, il Paese più popoloso d'Africa con 160 milioni di abitanti ma soprattutto tra i primi produttori - ed esportatori - di petrolio, una situazione ad alto rischio e potenzialmente distruttiva per l'economia. Il confronto tra il nord, a maggioranza musulmano, e il sud, essenzialmente cristiano, non è affatto nuovo, ma la destabilizzazione di Boko Haram, che si ispira ai talebani afghani e mira a imporre la Sharia in tutto il Paese, non è da sottovalutare.
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