La Nigeria è di nuovo sull'orlo di una guerra interreligiosa, a otto mesi dagli scontri tra musulmani e cristiani che a Jos fecero centinaia di morti. Negli ultimi due giorni gli assalti islamisti nel nord hanno causato la morte di almeno 150 persone e hanno colpito edifici governativi e chiese. Milizia che si ispirano al fondamentalismo talebano hanno sferrato attacchi in quattro città. L'ultimo è stato quello di Maiduiguri: «Cinque poliziotti sono stati uccisi, una stazione di polizia è stata data alle fiamme e 60 estremisti sono morti» ha riferito l'ispettore generale Ogbonna Onovo. I combattimenti erano cominciati domenica, con l'assalto ad una caserma di polizia di Wudil, la più grande città del nord della Nigeria, da parte del gruppo islamico Boko Haram, intenzionato a vendicare l'arresto di alcuni dei suoi dirigenti. La polizia ha respinto l'attacco, uccidendo tre militanti musulmani e arrestando 33 persone. A Bauchi, teatro degli scontri di domenica, le autorità hanno proclamato il coprifuoco. Una chiesa è stata data alle fiamme a gamboru-Ngala, nello Stato di Borno. Le tensioni non hanno mai abbandonato il nord della Nigeria, caratterizzato da una forte presenza cristiana in un territorio a maggioranza musulmana. Oltre 700 persone persero la vita lo scorso novembre a Jos, capitale dello Stato nigeriano di Plateau, a causa degli scontri tra musulmani e cristiani scoppiati durante le elezioni: in quell'occasione alcune chiese e moschee vennero date alla fiamme. Nel febbraio del 2006, una settimana di rivolte scoppiate anche quella volta a Maiduguri in seguito alla protesta per il fumetto danese su Maometto, causarono 157 morti.Nel 2004 il gruppo Boko Haram, ha creato una base di addestramento - simile a quelle afghane - nel villaggio di Kanamma, al confine con il Niger, da cui ha sferrato alcuni attacchi alle forze dell'ordine. Il gruppo estremista si oppone al sistema educativo dell'Occidente e appoggia l'imposizione della Sharia, la legge islamica già in vigore in dodici Stati del nord della Nigeria.