Il New York Times contro le armi facili.
Per la prima volta in quasi cento anni, il quotidiano sceglie di pubblicare un editoriale in prima pagina chiedendo una maggiore regolamentazione sulle armi a seguito di un'ondata di sanguinose sparatorie di massa. L'ultima a San Bernardino, in California, dove sono rimaste uccise 14 persone.
Nell'editoriale dal titolo “L'epidemia delle armi”, il quotidiano critica duramente l'assenza di sforzi da parte del Congresso per limitare la proliferazione di armi negli Stati Uniti. “Le autorità statunitensi stanno ancora indagando per trovare un movente e stabilire se gli autori della strage di San Bernardino avessero collegamenti con il terrorismo internazionale. Ma le motivazioni non importano alle vittime di San Bernardino, né a quelle di Colorado, Oregon, South Carolina, Virginia, Connecticut e di altri, troppi, luoghi (...). Tutte queste sparatorie sono, a loro modo, atti di terrorismo”, scrive il Nyt il quale sostiene che “l'attenzione e la rabbia degli americani dovrebbero essere rivolte ai leader eletti il cui lavoro è tenerci al sicuro, ma che pongono più attenzione al denaro e al potere politico di un'industria concentrata a trarre profitto dalla diffusione senza limiti di armi da fuoco, sempre più potenti”.
L'editoriale definisce “un oltraggio morale e una vergogna nazionale il fatto che le persone possono acquistare legalmente armi progettate specificamente per uccidere con velocità ed efficienza brutale”.
"Gli oppositori del controllo sulle armi affermano, come fanno sempre dopo ogni massacro, che nessuna legge può scongiurare un crimine. Puntano sul fatto che killer determinati ottengono armi illegalmente in Paesi come Francia, Inghilterra e Norvegia, che hanno leggi severe. Ma questi Paesi almeno ci provano. Gli Stati Uniti no".
Il Nyt suggerisce quindi di ridurre drasticamente il numero di armi da fuoco e di "eliminare alcune grandi categorie di pistole e munizioni. "Non è necessario discutere il testo peculiare del Secondo Emendamento. Nessun diritto è illimitato e immune da regolamentazione ragionevole".
L'editoriale si conclude con un appello ai candidati per le primarie in vista delle elezioni presidenziali del 2016. "Non c'è momento migliore di un'elezione presidenziale per mostrare che alla nostra nazione è rimasta un pò di dignità"