Per i soccorsi sono a disposizione 13 elicotteri, tra cui tre inviati dall'India, che sono impegnati a trasportare i feriti negli ospedali di Kathmandu.
Intanto sono stati tratti in salvo i 170 alpinisti rimasti bloccati al Campo numero 1 sull'Everest a quota 6.000. Sfruttando il tempo buono tre eleicotteri hanno fatto la spola ieri ininterrottamente per tutto il giorno dal Campo 1, sopra l'invalicabile cascata di giaccio Khumbu. Per la rarefazione dell'aria a quella quota, al limite per un elicottero, ad ogni viaggio sono stati
trasportati solo 2 scalatori alla volta.CORSA CONTRO IL TEMPO, AREE ISOLATE. Vaste aree interessate al sisma sono accessibili solo via elicottero e non
hanno ancora ricevuto alcuna assistenza: lo rende noto Medici
senza Frontiere, che ha inviato 38 operatori, con base a
Katmandu e Ghorka, con la priorità di raggiungere quelle zone
per valutare i bisogni e avviare al più presto un intervento.
La città di Katmandu, riferisce Msf, ha subito un livello di
distruzione relativamente basso. La grande maggioranza degli
edifici e delle case ha retto al terremoto, ma moltissime
persone dormono all'aperto in tende o ripari di fortuna perché
hanno paura di rientrare nelle proprie case. Questo è motivo di
preoccupazione perché nei prossimi giorni si prevedono
temporali. Gli ospedali hanno accolto molti feriti e stanno
finendo le scorte di materiali. Nelle aree circostanti la
capitale, dalla ricognizione di Msf risulta che circa 45
villaggi sono distrutti o gravemente danneggiati.
Per quanto riguarda le aree più remote e isolate, dalle prime
valutazioni aeree sembra che diversi villaggi sulle montagne
abbiano subito danni significativi e serviranno beni di conforto
come ripari, materiali per l'igiene e per cucinare. Msf sta
provvedendo a fornire aiuti materiali da distribuire a Ghorka e
un cargo con un ospedale gonfiabile è in arrivo da Bordeaux a
Katmandu.
KATHMANDU SI È SPOSTATA. Il terremoto che ha colpito il Nepal lo scorso 25 aprile ha spostato il terreno sotto l'area di Kathmandu fino a tre metri verso sud, mentre l'Everest dovrebbe essere rimasto della stessa altezza. Lo affermano alcuni esperti internazionali citati dal sito del Guardian.
GLI ITALIANI: 375 RITROVATI. "Abbiamo lavorato
prima di tutto a rintracciare i connazionali e finora ne abbiamo
trovati 375, tra cui purtroppo le quattro persone che hanno
perso la vita". Al momento ne restano irreperibili 10. Lo ha detto il ministro degli esteri Paolo
Gentiloni durante la sua visita in Cina. Tra ieri notte e stamattina sono stati rintracciati 18 connazionali: lo ha annunciato il responsabile dell'unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri in diretta su Radio anch'io. "Stiamo predisponendo il primo aereo che tra stanotte e domani riporterà a casa i nostri connazionali", ha aggiunto.
ANCORA 40 DISPERSI. Nelle ultime ore grazie alla ripresa parziale delle telecomunicazioni cellulari e al fatto che i soccorsi hanno potuto raggiungere alcune zone remote del Nepal, la ricerca costantemente effettuata dall'Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri ha dato i suoi esiti consentendo di riprendere i contatti con diversi connazionali che non si riuscivano a rintracciare. Al momento scende quindi a una decina il numero degli italiani che la Farnesina sta ancora cercando di contattare. LE 4 VITTIME. Sono quattro, al momento, le vittime italiane segnalate in Nepal in seguito al devastante terremoto che ha colpito sabato il Paese. Tre morti sono sono trentini: Renzo Benedetti, Marco Pojer e Oskar Piazza. Quest'ultimo faceva parte della spedizione dei quattro speleologi italiani dati ieri per dispersi nei pressi del villaggio di Langtang, travolto da una valanga. Di questa spedizione è morta anche Gigliola Mancinelli, di Ancona, mentre gli altri due, Giuseppe Antonini e Giovanni Pizzorni, sono salvi e hanno contattato i familiari. Renzo Benedetti e Marco Pojer sono morti sabato, travolti da una frana staccatasi dalla montagna mentre erano impegnati a 3.500 metri di quota in un trekking nella Rolwaling Valley. I loro corpi sono stati recuperati. In un ospedale della capitale vi sono altri due membri della spedizione: Iolanda M., ferita, e Attilio D., illeso.
SANTA SEDE: 100MILA EURO COME "PRIMO AIUTO". Il Vaticano donerà 100mila dollari (circa 116mila euro) per fornire aiuti e assistenza, attraverso la Chiesa locale, alla popolazione colpita dal terremoto in Nepal. La Santa Sede ha fatto sapere in una nota che la donazione sarà effettuata attraverso il Pontificio consiglio 'Cor Unum' e consisterò in un "primo aiuto" per la popolazione colpita dal sisma.