Il messaggio inviato a Fides da Gregorio III spiega con amarezza: “Villaggio dopo villaggio, la Siria sta bruciando, distrutta a causa delle infiltrazioni di militanti armati, senza identità e senza volto, ma capaci di terrorismo, omicidi e atti criminali. Ora è giunto il turno di Maaloula, oasi pacifica dove vivevano in sicurezza cristiani e musulmani. Maaloula è sottoposta a saccheggi, uccisioni e massacri. Maloula, storica città siriana, terra dove si parla la lingua di Gesù Cristo. Città di chiese, monasteri e santuari: perché è assediata da mesi? Qual è la sua colpa? Dove è l’Unesco? Dove sono istituzioni culturali? Dove sono gli uomini di pensiero, gli intellettuali, gli artisti, le università?”. Gregorio III prosegue: “Dove ci porterà l’odio? Questo è il frutto del grido ‘Allah è grande’? (usato dai militanti mentre sparano a Maaloula, ndr). Questa è la cosiddetta ‘liberazione’ di Maloula? Che liberazione è operare distruzione, saccheg gi e massacri?”.
Ugualmente, prosegue il testo, i cristiani si chiedono: “Perché tanti missili su Al Kassa'a (il maggiore sobborgo cristiano di Damasco, ndr)? Perchè i morti di Bab Touma e Bab Sharqi, quartieri storici del cristianesimo, in cui vi sono oltre un centinaio di chiese, monastero, una scuola, un istituto sociale e un ospedale, a servizio di tutti i cittadini, vicine a moschee e alla sinagoga?”.Per questo, il Patriarca ribadisce l’urgenza di “una pace giusta in Siria, basata sulla riconciliazione” e ricorda che questa sera, 7 settembre, presiederà una veglia di preghiera per la pace nella cattedrale gerco-cattolica dell’Assunzione a Damasco.