lunedì 13 ottobre 2014
​Terzo mandato per il presidente socialista al potere dal 2015 che ha dedicato la vittoria a Castro e Chavez.
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​Vittoria a mani basse alle elezioni di ieri in Bolivia per il socialista Evo Morales: secondo gli exit poll, il presidente ha avuto circa il 60% dei voti espressi dai circa sei milioni di elettori. Alle spalle di Morales, il leader di Unidad Democrata, il conservatore Samuel Doria Medina, con il 24,5% dei voti. Dopo i primi exit poll, Morales è giunto nel Palazzo Quemado, sede del governo, nella centrale piazza Murillo al centro di La Paz, dove è stato accolto da un gruppo di sostenitori. Altri simpatizzanti stanno festeggiando in queste ore a Cochabamba, Oruro e Potosì. Per Morales, al potere dal 2005, si prospetta ora un terzo mandato. Il presidente, che alle elezioni di ieri si è imposto in otto dei nove dipartimenti del Paese, sarà quindi al potere fino al 2018. A confermare la regolarità del voto è stata tra l'altro una missione di osservatori dell'Unasur, Unione delle nazioni sudamericane, nonostante le critiche rivolte dall'opposizione. Morales ha questa notte dedicato il suo trionfo alle elezioni di ieri in Bolivia a Fidel Castro e Hugo Chavez. Dal palazzo presidenziale a La Paz, ha "ringraziato questo nuovo trionfo del popolo boliviano", sottolineando che il risultato elettorale gli permetterà di continuare a promuovere "l'integrazione non solo tra i boliviani ma anche tra i latinoamericani". Alle presidenziali hanno vinto "la dignità e la sovranità del nostro popolo" e la vittoria è dedicata all'ex lider maximo cubano Fidel Castro, al presidente venezuelano Chavez, morto nel 2013, e a "tutti i popoli del mondo che lottano contro l'imperialismo".  Morales, primo presidente di etnia indigena del Paese, ha affrontato le elezioni in assoluta tranquillità. Subito dopo aver votato nel villaggio '14 de septiembrè, nella regione del Chapare, si è augurato una vittoria "della democrazia", sottolineando tra l'altro l'importanza per il risultato elettorale dei tanti boliviani residenti all'estero. Doria Morina ha votato nella capitale, La Paz, invitando i boliviani a "fare attenzione alle proprie preferenze", ribadendo così le critiche degli ultimi giorni al Tribunale elettorale, un organismo - ha precisato - "funzionale al governo ed è al suo servizio".   Morales è presidente dal 2005 e diventa così l'uomo che per più tempo è rimasto ai vertici dello Stato nella storia del Paese. Alla base della sua prevedibile vittoria c'è un'opposizione frastagliata e rissosa, oltre alla situazione economica (il cui tasso di crescita per quest'anno è per esempio del 5,2% secondo il Fmi) e ad una forte politica d'inclusione sociale. Morales si è d'altra parte mantenuto lontano dalle ricette bolivariane più estreme, riuscendo a ridurre la povertà, in parte proprio grazie al boom economico. Per ora, dunque, nulla sembra potersi opporre al carisma di "el Evo", l'ex dirigente "cocalero" aymara nato in una casa senza acqua né elettricità. Morales rappresenta in altre parole la rivincita di un'intera classe sociale che per decenni è stata mantenuta ai margini del potere.
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