Per la prima volta negli ultimi cinque anni, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur) è riuscito a fare atterrare uno dei suoi voli nella capitale somala Mogadiscio. «Questo carico che porta materiale d’emergenza ci consentirà di continuare a distribuire aiuti agli sfollati vittime della siccità e della carestia», ha dichiarato Bruno Geddo, rappresentante di Acnur-Somalia. «Abbiamo comunque bisogno di ulteriori finanziamenti per rifornire i nostri magazzini degli aiuti che stiamo dando al resto del Paese e che si stanno velocemente esaurendo», ha aggiunto. Il volo umanitario dell’Acnur ha trasportato circa 2.500 pacchi per l’assistenza d’emergenza (Eap) che contengono teli di plastica per le capanne, materassi e lenzuola, taniche per l’acqua e utensili per la cucina. L’aereo, uno Ilyushin IL-62, è il primo di tre voli-cargo che dal magazzino Acnur di Dubai raggiugeranno Mogadiscio in questi giorni. Gli Stati Uniti hanno annunciato, ieri, lo stanziamento di 105 milioni di dollari per altri aiuti umanitari e per oggi è prevista la visita in Kenya di Jill Biden, moglie del vice-presidente statunitense Joe Biden, che incontrerà alcuni ufficiali del governo keniota e visiterà le tendopoli del Paese. Nei quattro campi attorno alla cittadina di Dadaab, sono oltre 400mila i rifugiati, un terzo dei quali è arrivato negli ultimi mesi. La maggior parte dei profughi sono somali in fuga dalla siccità e dalla guerra. Continuano infatti i combattimenti sia a Mogadiscio sia nel resto del Paese. Da domenica, l’esercito del governo federale di transizione (Tfg) e i ribelli qaedisti di al Shabaab si fronteggiano per le strade. Negli scontri ci sono stati quattro morti e nove feriti. Nonostante l’apparente ritiro di sabato scorso, alcuni militanti non hanno lasciato le posizioni occupate a Mogadiscio. Ieri c’è stata battaglia nel distretto di Yakshid, ha confermato il sito d’informazione locale Mareeg. «Una madre e i suoi bambini sono rimasti uccisi da un colpo di granata», si legge.Altre quattro persone sono rimaste uccise a Luq, cittadina della regione sud-occidentale di Gedo. «Le forze governative si sono scontrate con i ribelli shabaab – hanno dichiarato i residenti alla stampa –. I militanti avevano attaccato una base dell’esercito che è stato costretto a rispondere al fuoco». Al-Shabaab ha dichiarato ieri che non lascerà mai completamente Mogadiscio. «Aumenteremo presto i nostri attacchi contro i soldati governativi e quelli dell’Unione Africana. Sono loro a doversene andare», ha detto Sheikh Abdulaziz Abu Musab, portavoce dei ribelli. «I loro attacchi non eviteranno la nostra espansione verso il resto di Mogadiscio», è stata la risposta del generale somalo Abdikarim Yusuf Adam, comandante dell’esercito. In mezzo alle pallottole, intanto, i civili aspettano la fine di una guerra che sembra ancora lontana.