giovedì 2 settembre 2010
Politici e intellettuali scendono in piazza a favore della giovane iraniana condannata alla lapidazione per adulterio. Unanime appello al rispetto del diritto alla vita della donna. Oggi pomeriggio il presidio davanti all'ambasciata iraniana a Roma.
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Sakineh Mohammadi Ashtiani deve essere risparmiata. L'Italia si mobilita in blocco a favore della giovane iraniana condannata alla lapidazione per adulterio. Unanime appello al rispetto del diritto alla vita della donna iraniana. Una richiesta trasversale, che unisce in un unica voce la protesta. Oggi, davanti all'ambasciata dell'Iran, manifestazione dei Verdi, cui aderiranno anche Pd, Idv e Psi. Da ieri in centro a Roma una gigantografia di Sakineh esposta, grazie a un'iniziativa Frattini-Carfagna sulla facciata del ministero Pari Opportunità.«È necessario mobilitare le coscienze, mettere in atto ogni impegno per contribuire a salvare la vita di Sakineh Mohammadi Ashtiani da una sentenza brutale ed intollerabile come la morte per lapidazione». È l'appello lanciato dal vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, dalle pagine del suo sito, a favore della liberazione della donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio dalle autorità di Teheran.«Siamo di fronte -prosegue l'esponente Pd- a una delle più odiose e terribili crudeltà che uno Stato possa infliggere a un proprio cittadino. È giusto che su questo obiettivo si costruisca una forte unità delle forze politiche e dei cittadini, del governo e del Parlamento: l'Italia deve essere in prima fila per salvare la vita alla giovane donna iraniana e per la difesa, ovunque, dei diritti umani».«Nessuno deve rimanere zitto. Ognuno deve fare la sua parte per la salvezza di Sakineh: intellettuali, associazioni, istituzioni. Per questo presenteremo in Senato una mozione che impegna il governo italiano a compiere tutti i passi possibili, nelle sedi internazionali e nei rapporti bilaterali con l'Iran, per impedire che nel 2010 una donna venga lapidata a morte con l'accusa di adulterio». È quanto dichiarano i senatori Pd Roberto Della Seta e Roberto Di Giovan Paolo, membri della Commissione speciale diritti umani e primi firmatari di una mozione per la salvezza di Sakineh Mohammadi Ashtiani.
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